È legalità poesia, i vincitori del concorso indetto dall’Arma dei carabinieri di Imola

Un'occasione per «favorire una riflessione profonda sulla legalità e sul rispetto delle regole». Ecco i vincitori e le motivazioni

Legalità e poesia. Legalità è poesia. Come recita il titolo del concorso indetto dalla compagnia di Imola dell’Arma dei carabinieri con la collaborazione di scuole e Comune rivolto a studenti e studentesse delle scuole medie di Imola. I vincitori della seconda edizione sono stati premiati ieri, 23 maggio, nel corso di una bella e partecipata cerimonia al teatro Stignani di Imola.
«Si capisce che in questi versi ci avete messo il cuore, perché solo il cuore può fare grande una poesia», le parole con cui il vescovo Mosciatti ha voluto salutare (con un videomessaggio da Roma, dove si trovava per l’assemblea generale della Cei). A condurre la premiazione è stato il maggiore Andrea Oxilia, comandante della compagnia di Imola e noto scrittore di poesie. Un concorso nato per «favorire una riflessione profonda sulla legalità e sul rispetto delle regole», spingendo i ragazzi e le ragazze a ricercare dentro di sé le parole e il significato della parola legalità. Non è mancato il ricordo di Lorenzo Bastelli, il ragazzo di 14 anni di Toscanella di Dozza venuto a mancare a causa del sarcoma di Ewing e premiato per una delle sue poesie nell’agosto 2023, a cui è stato dedicato un premio speciale.
Ecco gli studenti premiati, suddivisi per classe, e le motivazioni addotte dalla giuria.

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Sezione CLASSI PRIME MEDIE
1° premio sezione prime medie alla poesia ” La pace sboccerà?”, dello studente Alessandro Bucci – classe 1B- scuola secondaria di primo grado Orsini- Istituto comprensivo IC7 IMOLA, con la seguente motivazione:” Sei stanze a rima incrociata regolare, tradita opportunamente solo nell’ultima strofa, ove si affretta nei tre versi finali con tre verbi al futuro semplice. La poesia si interroga sulla possibilità d’una pace che sboccerà, chissà dove e chissà quando. Il “quando” è tratteggiato perfettamente nel percorso poetico: anno mille, anno millequattrocento, anno corrente e anno tremila. In questo excursus non v’è però notizia d’una pace esistente, per via di guerre, per via d’una migrazione mortifera per i disperati che la affrontano, per via dell’inuguaglianza tra i generi. Dotta e riuscita a tal proposito la citazione della prima “medichessa” medievale (Costanza Calenda, da Salerno) ritenuta una delle poche donne medico dell’occidente, posta in contrasto con l’iperbole del “convento”, quale elemento privativo della libertà d’essere della donna. Il termine convento assume importanza strategica nel testo poetico, poiché è incastonato saldamente nel cuore della seconda strofa ed è evidenziato dalle due rime presenti nel primo e quarto verso, creando un percorso ideale composto dalle parole “millequattrocento – convento – vento”, quasi a volerci ribadire – il poeta – che in quel periodo storico ogni sogno di realizzazione nella vita civile per le donne era null’altro che un desiderio gettato nel nulla…”
2° premio sezione prime medie alla poesia ” Il bullo citrullo”, della studentessa Nicole Minarini – classe 1B scuola secondaria di primo grado del Plesso Aldo Moro di Toscanella di Dozza – Istituto comprensivo IC DOZZA IMOLESE – CASTEL GUELFO, con la seguente motivazione:” Filastrocca scanzonata e cantilenata che ruota attorno ai due endecasillabi centrali che la reggono, snocciolando rime baciate da cima a fondo. Tradisce l’ingenuità dei più piccoli, dei più indifesi verso i bulli che non hanno scrupoli verso chi invece avrebbe “bisogno di gentilezza”. In tale sua semplicità genuina, la poesia traccia esattamente le linee guida del Bullizzometro dei Carabinieri, che invita le vittime ad affidarsi agli adulti cui “tutto quanto dover raccontare”!
3° premio sezione prime medie alla poesia “Poesia sulla legalità”, dello studente Nicolò Raneri– classe 1A – scuola secondaria di primo grado Valsalva- Istituto comprensivo IC4 IMOLA, con la seguente motivazione:” Componimento di soli quattro versi. D’un ermetismo esasperato e magistralmente forzato. Il brano ha impianto essenzialmente piramidale: sorge da un trisillabo, si sviluppa rapido in un senario composto da una endiadi e poi trova risoluzione in due ottonari che giocano tra loro con accenti principali contrapposti, appositamente collocati a creare un rallentamento nel lettore, che deve soffermarsi sul verbo “ci offuscano”, per poi chiosare la poesia con l’ultimo verso che racchiude in sé una perfetta cantilena ordinata. La pioggia dell’anima serve per ritrovare se stessi. Avere tutto troppo chiaro, credere che ciò che ci circonda sia sempre luccicante e visibile è sovente apparenza. Anche la legalità dunque, per trovare se stessa, ha bisogno di giornate di pioggia, quasi un richiamo alla necessaria “provvida sventura” di manzoniana memoria…”
Premio della critica sezione prime medie alla poesia ” Il germoglio”, della studentessa Amelia Dall’Aglio – classe 1B – scuola secondaria di primo grado Orsini – Istituto comprensivo IC7 IMOLA, con la seguente motivazione:” La poesia conta otto versi a metrica libera, con rima baciata ed è tutta poggiata sull’allegoria della crescita d’un germoglio tenero che cerca la propria risalita verso il mondo che lo sovrasta. Tale germoglio, citato nel primo verso, ritrova il suo senso e la sua esistenza nella seconda strofa, ove l’allitterazione in R nei termini cardine Radici – Rispetto – Ramo – peRfetto – coRteccia – fioRisce – pRopizia traccia l’idealizzata, costante rinascita della legalità.”

Sezione CLASSI SECONDE MEDIE
1° premio sezione seconde medie alla poesia ” Ricordi infranti”, della studentessa Greta Galantini – classe 2D scuola secondaria di primo grado Valsalva- Istituto comprensivo IC4 IMOLA, con la seguente motivazione:” L’elemento dell’erba abbinata allo strazio della guerra ad inizio di poesia, tra sangue, sole e ombra, non può non rimandare alla poesia “La fine e l’inizio” del premio Nobel polacco Wislawa Szymborska, ove è l’erba a ricoprire “le cause e gli effetti” di drammi insanguinati. Nei primi tre versi un altro rimando dotto sovviene, analizzando la scelta mirata ricaduta sull’inserimento dell’ippocàstano. Tale albero maestoso e ombroso ogni anno ripete l’errore di fiorire in una epoca in cui i suoi fiori sicuramente geleranno. Molto sensibile al freddo, la sua programmazione non gli permette di modificare la sua condotta, infliggendosi una sofferenza contro natura. Dedica un’ode a tale pianta anche Primo Levi, che recita “non vive bene, gli calpestano le radici, cresce storto, come volesse andarsene…eppure nel suo torpido cuore di legno sente e gode il tornar delle stagioni…”. Potente il verso “cartucce vuote” a rimandare ad una guerra già avvampata che trascina il lettore nel perfetto chiasmo finale uomini infranti – sogni infelici, ove la poetessa non dà speranze né interpretazioni positive ai drammi di cui è matura testimone.”
2° premio sezione seconde medie alla poesia ” Che amore è?”, della studentessa Giorgia Bernabei – classe 2A- scuola secondaria di primo grado “Papa Giovanni Paolo II” di Castel Guelfo- Istituto comprensivo IC DOZZA IMOLESE – CASTEL GUELFO con la seguente motivazione:” Dall’alternanza voluta dei primi versi, interrotti da avversative incalzanti, si sviluppa la poesia in un climax ascendente che va dal bene al male: l’amore è prima normale, positivo, classico, per poi tramutarsi in malato, silenziato e sfociante in prepotenza e violenza. La domanda che la poetessa si pone è il grande dilemma sul quale l’attuale società si interroga senza sosta, innanzi alle quasi quotidiane tragedie che vedono per atroci parti soccombenti le donne, meritevoli solo e davvero d’un amore…vero.”
3° premio sezione seconde medie alla poesia ” Un ulivo”, dello studente Tommaso Gini – classe 2A- scuola secondaria di primo grado “Valsalva”- Istituto comprensivo IC7 IMOLA, con la seguente motivazione:” Un ermetismo razionale e concreto si avvinghia al simbolo classico della pace che da millenni richiama su di sé la mitologia e la narrativa più o meno sacra. Ad un aneddoto narrato nelle Storie di Erodoto, scritte 2.400 anni fa, questa immagine poetica ci rimanda: Termopili. Serse chiede perché tanti greci sono disposti a combattere contro i Persiani e si sente rispondere che essi sono abituati a partecipare alle Olimpiadi. Allora, incredulo e dubbioso, insiste nel domandare all’interlocutore cosa essi vincano in tali gare olimpiche. Una corona d’ulivo, fu la risposta. Fu così che Serse e Tigrane, suo generale dell’esercito persiano, capirono che i greci combattevano non per conquistare beni terreni, ma per la virtù, rappresentata dal simbolo dell’ulivo. Notevole nel testo poetico l’aggettivo “sprezzante” abbinato in antitesi sia con il male che con il bene rappresentato dalla pianta d’ulivo, che nonostante le asperità continua a donare le sue perle verdi, come metaforiche perle di giustizia e legalità. Proprio come perle di virtù consegnate ai giusti, dal sapore mitologico.”
Premio della critica sezione seconde medie alla poesia ” Sogno di legalità”, dello studente Nicolò Muccinelli – classe 2F- scuola secondaria di primo grado “A. Costa”- Istituto comprensivo IC6 IMOLA, con la seguente motivazione:” Dopo i primi sei versi, brevi e chirurgici, nei quali il poeta tratteggia abilmente i concetti di tormento, notte, buio uniti a sensazione di instabilità quasi a farlo cadere, la poesia – che nasce da un sogno – si fa ricca di auspici positivi e traboccanti di speranza spiccatamente giovanile e fresca. Un tripudio di bellezza e bontà traspare nei versi veloci e brevi, a donare al testo agilità e scaltrezza. Fino a quando il testo non è firmato da un rimando fortissimo a Paolo Borsellino con il verso spezzato volutamente da enjambement che riporta “il profumo di una cittadinanza onesta”, portando il lettore con forte tecnica evocativa al “Discorso dell’amore” del 23 giugno 1992, nel quale il Magistrato antimafia invitava i giovani a “sentire la bellezza del profumo della libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità, e quindi della complicità.”

Sezione CLASSI TERZE MEDIE
1° premio sezione terze medie alla poesia ” Un uomo”, della studentessa Alice Martignani – classe 3A- scuola secondaria di primo grado “A. Costa”- Istituto comprensivo IC6 IMOLA, con la seguente motivazione:” Quattro stanze ordinate di cinque e sei versi alternati. Uomo, grida la poetessa. Uomo. Uomo! Anafora rimbombante questa, ancor più potente poiché declamata da una giovane donna. “Uomo” è ripetuto ad apertura d’ogni strofa e ad ogni chiosa di verso, tranne che nella seconda strofa, ove coincidente col cuore pulsante del brano v’è l’immagine più straordinaria, inattesa, simbolica e “terrificante” del componimento: una improbabile giostra di biglietti illegali, a bordo della quale giocano alla guerra i potenti della terra con illegalità e atrocità, in spregio a qualsivoglia convenzione di pace. Il climax discendente, che sorge dalla ripetizione del titolo, consente di costruire la mappa delle condizioni umane dettate dallo sconforto della guerra autoproclamata dall’ “uomo” che risulta affranto – esitante – stanco, finchè – rinfrancato dall’accettazione della cultura come unico bene immateriale per il completamento pacifico dell’essere umano (coi rimandi a Manzoni – Hack – Picasso) e convinto della necessità del ripudio totale della guerra – egli diviene “uomo civile” e “uomo nuovo” che si affida unicamente alla salvifica Legalità, che è il bene comune, che è la Democrazia.”
2° premio sezione terze medie alla poesia ” Terra mia, addio”, dello studente Sgubbi Riccardo – classe 3A- scuola secondaria di primo grado “Giovanni Pascoli” di Mordano- Istituto comprensivo IC1 IMOLA, con la seguente motivazione:” Brano struggente e carico di pathos, nella sua bruciante attualità. Pare un messaggio in bottiglia affidato al mare della poesia, perché raggiunga quanti più uditori nel mondo conosciuto. La rima baciata, precisamente sciolta per tutto il componimento, si interrompe assai saggiamente su due termini, voluti, centrali, di straordinaria portata se immersi nel significato della lirica: “arca” e “arrivo”. L’arca di Noè è infatti il primo simbolo eccezionale che il poeta pone quale elemento salvifico per due i popoli – israeliani e palestinesi – che ritrovano questa parabola sia nella Bibbia ebraica che nel Corano mussulmano, imponendo straordinariamente al lettore di soffermarsi a ragionare, nell’incalzare delle immagini di dolore che si affastellano nel viaggio disperato di dipartita dalla Palestina martoriata, sulla necessità d’una fraternità da ritrovare in Terra Santa. L’ “arrivo” poi è il tema che trasversalmente tocca le anime di tutti coloro che hanno a cuore il proprio destino, nella speranza commovente che il poeta tratteggia auspicando la presenza rassicurante d’un volto amico a riceverlo dopo il periglioso trasbordo. La citazione foscoliana di “A Zacinto”, oltre che opportuna e calzante, risulta assai vibrante, per come è incastonata tra le immagini delle vampe di fuoco dei bombardamenti lasciate alle spalle del fuggitivo e l’affidamento ad una imbarcazione ondeggiante su un mare senza mete certe, ove il poeta, in una osmosi viscerale con Foscolo, pare recitare ancora “Tu non altro che il canto avrai del figlio, o materna mia Terra…””
3° premio sezione terze medie alla poesia ” La scelta”, dello studente Iris Paglino classe 3B – scuola secondaria di primo grado-“G. Simoni”- Istituto comprensivo IC MEDICINA, con la seguente motivazione:” Poesia complessa nella sua brevità. Impianto a metrica libera, con predilezione di chiosa di versi al participio, tranne nel terzo verso (con la parola “vita”) e all’ultimo (con la parola “branco”), proprio a voler rafforzare il messaggio fortissimo del testo poetico, incentrato sulla scelta sbagliata d’una vita: il branco che necessariamente asfissia il libero arbitrio, la libera scelta del singolo, anche nelle più elementari decisioni del quotidiano. Gioca con un chiasmo rafforzato la poetessa nei primi quattro versi, alternando l’allitterazione della lettera V (vita – violata – vita) con il termine coscienza, per poi intrecciare ancora le allitterazioni in C (coscienza – cammino – crollato) e in F (ferita – sfregiato – futuro), per concentrare il totale pathos del componimento nell’ultimo, lapidario, enunciativo verso settenario, cui va il merito di siglare, senza perifrasi, tutta la poesia.
Premio della critica sezione terze medie alla poesia ” Blu e rosso”, della studentessa Alessia Cristina Curtotti – classe 3B- scuola secondaria di primo grado “G. Simoni”- Istituto comprensivo IC MEDICINA con la seguente motivazione:” Non si può non vedere l’Arma dei carabinieri in questo Rosso e Blu, che ne sono i colori istituzionali distintivi. Non si possono non vedere i lampeggianti di una gazzella in una notte di città. Lo schema voluto, che richiama la ripetizione del titolo del brano ogni quarto verso, lascia appositamente cadùca la chiosa, creando un potente effetto di sospensione finale nel lettore. E’ una notte di violenza di genere, quella narrata dai tratteggi rapidi della poetessa, che delinea con freddezza e maestria ciò che una donna vive quando tenta di fuggire da un male che è riparabile solo denunciando e affidandosi a quei colori che la storia ha consegnato a chi è votato alla protezione dei più deboli: i Carabinieri, appunto.”

PREMIO SPECIALE “LORENZO BASTELLI” alla poesia “Il fiore della speranza”, dello studente Denis Veres – classe 3C- scuola secondaria di primo grado “Giovanni Pascoli” di Mordano- Istituto comprensivo IC1 IMOLA con la seguente motivazione:” Poesia matura, poesia piena, poesia strabordante di sentimenti palpabili e vibranti. L’impianto post-dannunziano dell’opera riporta il lettore ai primi del novecento, tra i versi di quei poeti “crepuscolari” (tra cui Gozzano, Oxilia, Corazzini, Moretti) tanto cari alla critica di Borgese che cantarono la solitudine, la malinconia (quale emozione pervasiva del vivere), in versi arricchiti di intimismo e sentimentalismo. A questi contenuti corrisponde una coerente scelta linguistica, sposata anche dal nostro poeta, che riesce con abilità ad avvicinare la poesia alla prosa e trova un verso che, pur mantenendo il ritmo poetico, rompe con la metrica. Questo desiderio di un linguaggio prosastico conduce alla piena riuscita di un verso libero che si vincola alla rima solo alla chiosa del componimento. Il brano – come la poesia di Lorenzo Bastelli – è spaccato da un MA, potente, centrale, ad incipit di verso, fortemente avversativo, a spiazzare la tensione poetica e il lettore. Dall’iniziale silenzio dell’animo, contrito nell’oscuro velo della notte, immerso nell’abbandono e nello spaesamento di un dolore dipinto dall’eco di lacrime, ecco giungere quel MA, che – sapientemente anticipato da una rara rima interna a chiusura di dodecasillabo – apre ad un secondo dodecasillabo speculare, che miratamente riporta il titolo della lirica per condurre il lettore alla speranza e alla luce, fino a quel momento assenti. Una ipallage solca la seconda parte del componimento compatto, per evidenziare quel “silenzio … dissipato” che incastra a tenaglia il cuore di tutta la poesia, in simbiosi perfetta con la sinestesia potentissima della poesia di Lorenzo Bastelli, con cui il giovane poeta “respira l’azzurro”. Nel lettore rimane, insomma, l’impressione che l’amarezza della vita potrà essere disciolta da stelle che narrano “storie nuove”, come Lorenzo ha fatto con la sua testimonianza poetica, che ancora egli ci sta donando, che vive anche oggi, anche in questa occasione. Per sempre.”


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