Alluvione, il racconto di Katia: «Cinque minuti di lacrime e poi subito al lavoro per salvare il salvabile»

«I miei genitori vivono sull'argine del Senio, è stato un disastro. Quando ho sentito Romagna Mia al sax ho pensato alla nostra voglia di andare avanti e di tornare a sorridere».

Katia Reggiani, la famiglia e il gruppo di volontari accorsi in loro aiuto dopo l'alluvione

È una sera qualunque di maggio. Ma per chi vive a Castel Bolognese non può essere una sera come le altre. Come del resto ogni sera dal 17 maggio scorso. Da giorni, infatti, gli abitanti del comune romagnolo sono alle prese con i danni dell’alluvione. Dall’alba al tramonto c’è chi scava, chi sbadila, chi svuota cantine, chi prova a salvare un frigo, una mensola, magari un frutteto, un allevamento o ciò che resta di un trattore o di un attrezzo per lavorare nei campi.
Quand’ecco che, «nel silenzio della devastazione, all’ombra del tramonto, arriva una musica. Un inno». E quell’inno non può che essere Romagna Mia. Katia Reggiani, in quel momento, è alla finestra del suo appartamento. Quando sente il suono del sassofono di Jastin Visani, Katia prende lo smartphone in mano e inizia a filmare. Ed è come se quell’inno, quelle parole – Sento la nostalgia del passato, dove la mamma mia ho lasciato. Non ti potrò scordar casetta mia… – scorressero nel cuore, ancor prima che nell’aria. Quell’inno, racconta Katia, «ci ricorda la nostra terra, la voglia di andare avanti, la voglia di sorridere. Non c’è alternativa. Testa alta e rimbocchiamoci le maniche!».

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L’acqua, a casa di Katia, si è fermata «sull’uscio di casa», ma dai suoi genitori, «che vivono proprio sull’argine del Senio», è stato un disastro. «Eppure loro non si sono fatti sopraffare. Cinque minuti di lacrime e poi subito al lavoro per salvare il salvabile». E, come in tanti (tantissimi) altri casi, la solidarietà si è fatta strada. È stata la stessa Katia, con un post sui social, a documentarlo: «Siamo ciussi come il bastone del pollaio! Ma siamo qua! Lavoriamo e spaliamo tutti insieme. Tutta la mia famiglia ed io siamo profondamente grati a tutte le persone che oggi sono venute ad aiutarci! Non conosco i vostri nomi, non so da dove venite, non so come potrò sdebitarmi per tutto quello che avete fatto. Ma grazie grazie grazie! Siamo grati a tutte le persone volenterose che stanno permettendo all’intera Romagna di ripartire. State dando speranza a persone che hanno perso tanto, troppo. Con la vostra forza state ridando speranza al mondo!»
Per poi concludere nell’unico modo possibile: «Romagna mia, lontan da te non si può star». Come darle torto?


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