Formula 1 annullata, gli albergatori: «Danno economico enorme»

Il presidente Raffaele Benni: «Un minimo compenseremo con la Superbike, ma l'indotto della F1 è unico. Gli operatori hanno due opzioni: restituire la caparra o confermarla per il prossimo GP».

Per Raffaele Benni, presidente di Arialco (l’Associazione dei ristoratori e degli albergatori imolesi), l’annullamento del Gran Premio di Formula 1 è «un danno economico enorme, che investe tutti, dal coltivatore diretto al ristoratore, agli albergatori. Mi dispiace davvero per gli operatori che rappresento. Un minimo compenseremo la perdita col ritorno della Superbike, ma l’indotto della Formula 1 è unico e, spiace dirlo, inavvicinabile».

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Eppure, secondo Benni, «non c’era altra scelta. In più con la previsione di altre ondate di maltempo nel fine settimana il rischio per l’incolumità di tutti sarebbe stato troppo alto». 

Ora, però, «serve buon senso». Buon senso perché «si corre il rischio di farsi prendere dallo sconforto e dalla frenesia. Quando invece occorre ragionare con calma e lucidità». 

Come comportarsi, allora, con tutti quelli che si sono visti cancellate le prenotazioni? «Premesso che molto dipenderà dalle decisioni della Fia e di Liberty Media sulla possibilità di recuperare il Gp già quest’anno (ipotesi improbabile viste le dichiarazioni rilasciate in questi giorni da Sticchi Damiani e Domenicali, ndr), ma gli operatori hanno due opzioni: restituire le caparre a chi le aveva già versate o confermarle per il prossimo Gran Premio».

La patata bollente, però, «è dell’Automobile Club. Come si muoverà per i biglietti? Li rimborserà o li considererà validi per il prossimo anno? Parliamo di 160mila biglietti venduti per un valore di decine di milioni di euro». 

Dal canto suo, l’Aci ha sottolineato che «la cancellazione era inevitabile di fronte a una situazione così drammatica». In una nota, il presidente Angelo Sticchi Damiani ha ribadito che, «vista la complessità del calendario, è ragionevole immaginare che l’edizione 2023 venga disputata nel 2026. Ma in questo momento non è certo una priorità».


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