Con canterini e università torna a vivere la tradizione della Maggiolata

Il 13 maggio a palazzo Vespignani con il gruppo Turibio Baruzzi rivivono cante e danze che celebravano l'arrivo della primavera in Romagna

«Maggio risveglia i nidi/maggio risveglia i cuori/porta le ortiche e i fiori/i serpi e l’usignol» scriveva Giosuè Carducci nella poesia Maggiolata, un inno alla primavera, all’amore, alla vita.
Per celebrare l’arrivo di questo mese in Romagna un tempo si svolgeva la tradizionale festa della majê o maggiolata, che il gruppo dei Canterini e danzerini romagnoli Turibio Baruzzi di Imola (nella foto) ha deciso di far rivivere in una giornata organizzata insieme al Dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna. Sabato 13 maggio palazzo Vespignani, sede di Imola dell’Università di Bologna, si trasformerà per un giorno in un’aia romagnola tra canti, balli, riscoperta delle tradizioni e della natura.
Il pomeriggio, che è inserito nel programma di Naturalmente Imola, inizierà alle 16.30 con l’alternarsi di esibizioni dei canterini e interventi di alcuni docenti dell’Università di Bologna. Due i principali temi scelti che saranno sviluppati sia dai docenti che dai canterini. Il primo, che vedrà come relatrici Valda Rondelli (meccanica agraria) e Laura Mercolini (chimica farmaceutica), sarà la canapa, dalla coltivazione agli effetti inebrianti, il secondo sarà invece una favola per grandi e piccini, Come afidia e coccinella salvarono melanzana, raccontata da Maria Luisa Dindo (entomologia generale e applicata). Alle 17.30 inizieranno invece le danze della tradizione romagnola, sempre con il gruppo Turibio Baruzzi, che nel cortile di palazzo Vespignani coinvolgerà anche «quanti tra il pubblico vorranno scendere in pista e ballare con noi».


 

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