Lugo festeggia il patrono sant’Ilaro, il 15 maggio la processione e la benedizione alla città

Impossibile non pensare all'alluvione dello scorso anno, il vicario padre Meloni: «Dopo l’ondata di fango è seguita un’ondata di amore e di fratellanza, che ha contribuito alla ripartenza»

Foto Massimo Fiorentini

Dopo le Rogazioni della Beata Vergine del Molino, Lugo si prepara ad un’altra importante ricorrenza religiosa: la festa del patrono sant’Ilaro.
Nato nel 476 nella Tuscia, vale a dire l’odierna Toscana, fin dall’età di 12 anni si dedicò alla vita contemplativa. Lasciata la casa paterna, visse per qualche tempo come eremita sull’appennino settentrionale, per poi spostarsi verso la Romagna. Qui, nella zona di Galeata, incontrò il suo primo seguace, il nobile pagano Olibrio, il quale donò il terreno che possedeva ad Ilaro, e su quel suolo sorse il primo nucleo dell’abbazia di Galeata.
Dopo essere stato per tutta la sua esistenza un esempio di vita secondo il Vangelo, Ilaro morì il 15 maggio 558, ed è proprio intorno a questa data che si svilupperà la celebrazione del santo.
Il giorno della festa patronale verranno celebrate tre messe alle 8.30, 10 e 18.30 nella chiesa del Carmine. Quest’ultima sarà presieduta dal vescovo Mosciatti e sarà seguita dalla processione per il centro cittadino, durante la quale verrà impartita la benedizione all’intera città in piazza Baracca.

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La ricorrenza della festa patronale è, secondo il vicario cittadino di Lugo, padre Gian Domenico Meloni, un’occasione di riflessione profonda per l’intera comunità: «La vita di sant’Ilaro, tutta rivolta al vivere secondo il Vangelo attraverso la comunione con i fratelli, è un esempio degno di essere imitato anche a distanza di secoli: egli ci insegna a mettere Dio al primo posto nella nostra vita». Questo senso di solidarietà e amore scambievole risuona ancora più attuale considerando che questa è la prima ricorrenza dopo l’alluvione che ha investito Lugo lo scorso anno, proprio poco dopo la festa del patrono: «Dopo i giorni tremendi dell’ondata di fango ne è seguita un’altra, un’ondata di amore e di fratellanza che ha contribuito, al di là anche della fede, alla ripartenza di Lugo».


Alessandro Bertozzi
© Riproduzione riservata

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