Cavim, se la vendita riesce al prezzo a base d’asta «ai soci il 50% delle spettanze»

La stima arriva da Franco Cornacchia e Vittorio Mazza, rispettivamente advisor finanziario e legale della composizione negoziata della crisi durante l'incontro con i giornalisti avvenuto nella mattinata odierna. La vendita è in programma lunedì 26 febbraio

Non sono ancora state depositate manifestazioni di interesse per l’asta della Cavim (Cantina viticoltori imolesi) di Sasso Morelli, in programma a Castel Maggiore, presso lo studio del notaio Fabio Cosenza, lunedì 26 febbraio, alle ore 11.
Se, però, la vendita dovesse riuscire già al prezzo a base d’asta di 3 milioni e 800.000 euro, come previsto in prima battuta, «i soci della cooperativa, che non sono i creditori privilegiati e ipotecari, vedranno soddisfatti i propri interessi per circa il 50%. Una percentuale che scenderebbe al 35-40% nel caso in cui il prezzo a base d’asta scendesse a 2 milioni e 800.000 euro, come previsto in seconda battuta. Ogni milione di euro in più porta a una crescita della percentuale di soddisfazione dei soci di circa l’11%».
La stima arriva da Franco Cornacchia e Vittorio Mazza, rispettivamente advisor finanziario e legale della composizione negoziata della crisi della Cavim, che questa mattina hanno voluto incontrare i giornalisti assieme a Gionata Bartolini, esperto della procedura nominato dalla Camera di Commercio di Bologna, e ad Andrea Albertazzi, presidente della cooperativa.

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«E ci sono ulteriori variabili che posso influire in maniera positiva su questa percentuale – entra nei particolari –. Alcuni soci hanno deciso di non conferire le proprie uve in Cavim durante gli anni precedenti, e lo statuto della cooperativa stabilisce una penale di circa 10 euro per quintale, il cui addebito si potrà trasformare in contenzioso. Inoltre, ulteriori risorse potrebbero entrare da eventuali azioni di responsabilità che l’assemblea dei soci dovesse decidere di intraprendere a seguito di una supervalutazione delle riserve di magazzino per 2 milioni e 800.000 euro, che ha contribuito in maniera significativa alla crisi della cooperativa».
A tal proposito, nei giorni scorsi lo studio legale Dalla Verità di Bologna ha consegnato le proprie valutazioni, e l’assemblea dei soci della Cavim avrà cinque anni a disposizione «per procedere prima della prescrizione degli eventuali addebiti contestabili al consiglio di amministrazione, al direttore generale e al collegio sindacale precedenti».


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