«Halloween e quel vuoto culturale», la riflessione delle Parrocchie del vicariato di Lugo

La lettera dopo l'evento del 31 ottobre organizzato dal Comune di Lugo

Foto di repertorio

In un momento storico così drammatico come quello che stiamo attraversando, non ci si deve certo ripiegare disperandosi, ma nemmeno applaudire agli investimenti del comune di Lugo nella notte di Halloween per una messa in scena dal senso parecchio dubbio. Un nuovo produttore lughese scommette sul successo di “Iovivolapistola” che brinda alla nostra morte prima di spararci? E che ci raccontano tra incavolature e teatrali flatulenze (dedotte da quanto scritto dietro le loro schiene) “Il buono, il brutto, il cattivo” del gruppo “Tizio”? Ma cosa ci stupisce se ieri e oggi continuano a ripetersi notizie incredibili che vedono giovani ragazzi interpreti diretti di gesti violenti nelle scuole delle nostre città, insegnanti accoltellati, assalti con fumogeni, pallini di gomma sparati in faccia… fino ad arrivare all’indifferenza dei morti che i notiziari continuano a comunicarci ogni giorno.
Se queste cose non le stigmatizziamo, allora questi modelli li sosteniamo? Come vicariato della Chiesa lughese non avevamo esternato la nostra voce da tempo, ma crediamo che quanto dovrebbe rappresentare la festa della vigilia di Ognissanti a Lugo denoti non tanto una distrazione ed una leggerezza, ma un vuoto culturale. Pienamente in linea con il vuoto e superficialità che caratterizza il nostro tempo. Se si deve sperperare per questo genere di panem et cincerses (“pane e giochi”, era l aspirazione della plebe romana) che considerazione c’è del livello dei cittadini di Lugo? Invece che finanziare ancora una volta il “nulla ed il disfattismo”, si possono supportare opere educative che non hanno mai ricevuto sostegno dal comune. Ad esempio, il dopo scuola che coinvolge decine e decine di giovani e ragazzi delle superiori e delle medie inferiori, attivo grazie alla disponibilità di insegnanti volenterosi che gratuitamente prestano il loro servizio pomeridiano. Uno sguardo anche sulle opere di carità da sempre presenti in città e al servizio dei cittadini e mai sostenute o pubblicizzate con riferimento pubblico. Oppure il grande aiuto delle Congregazioni di suore presenti per aiutare a crescere umanamente e socialmente. Con questo ci teniamo a concludere che il Vicariato in questa occasione di festa non è stato assente a Santa Maria e San Giacomo e Collegiata-San Gabriele si è fatta la Festa della Luce con laboratori, maccheronata, buffet e balli in allegria attorno al falò. Il nostro lavoro educativo è quello di portare chiarezza, di innescare un dialogo costruttivo. Saremmo quindi contenti di essere interpellati prossimamente per contribuire assieme ad iniziative per il bene comune di tutti. Il vicariato infatti rappresenta quegli uomini e quelle donne che come tanti non vogliono vivere di un passato che non c’è più, ma rimboccarsi le maniche per un presente che dia gioia, che sappia dare iniziative vere, in virtù di quel cristianesimo che ha saputo fare l’Europa. Si tratta di tornare alle nostre radici a cui siamo affezionati, in quelle troviamo la ragione del nostro vivere e del nostro apostolato qui ed ora. Non siamo scandalizzati per il male di queste cose espresse nel programma, ma perché non vediamo che un bene ci sia.

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