Choc nella notte: fucile e pistola (finti) per rapinare un disabile. Due giovanissimi in arresto

I due, già noti alle forze dell'ordine, sono finiti in manette con l'accusa di rapina aggravata dopo essere stati individuati dai carabinieri di Medicina

Carabinieri di Medicina. Foto di repertorio

Rapina aggravata in concorso. È il reato di cui sono accusati due giovanissimi, di soli 18 e 19 anni ma già gravati da precedenti di polizia, ritenuti responsabili di aver rubato soldi e telefono a un 68enne affetto da disabilità puntandogli addosso un fucile e una pistola (poi rivelatisi finti).
I fatti, resi noti oggi dall’Arma dei carabinieri, risalgono alla notte del 5 giugno. Ovvero quando i carabinieri della tenenza di Medicina hanno visto entrare in caserma l’uomo, residente nella cittadina del bolognese, sconvolto e in stato di agitazione. Il 68enne, «disabile all’80% e quindi molto vulnerabile – ricostruiscono i carabinieri – diceva di essere stato da poco rapinato da due ragazzi». In particolare, il malcapitato ha riferito ai militari della tenenza di aver ricevuto la telefonata di un giovane conoscente, «il quale gli avrebbe chiesto se potesse andare a prenderlo con l’auto in via Barbarossa per dargli un passaggio fino a casa». L’uomo è uscito, ha preso la macchina e si è diretto in via Barbarossa dove ad attenderlo c’era il giovane. Quando il 68enne ha aperto lo sportello dell’auto, lato passeggero, sarebbe scattata la rapina. «Il giovane è salito a bordo e gli ha puntato una pistola al fianco – prosegue la ricostruzione dei fatti dei carabinieri -. Il conducente si è trovato nell’impossibilità di reagire perché è stato minacciato subito dopo da un altro giovane armato di un fucile d’assalto. Costretto a consegnare ai due rapinatori 200 euro in contanti e il telefonino, il malcapitato è tornato a casa a piedi perché privato delle chiavi dell’auto sottratte da uno dei due malviventi prima della fuga».
I carabinieri di Medicina hanno avviato le indagini partendo dall’intestatario dell’utenza telefonica che aveva chiamato la vittima e hanno scoperto che si trattava di un numero in uso a un 18enne italiano di Medicina, disoccupato e con precedenti di polizia. Raggiunto a casa dai carabinieri, «il giovane avrebbe ammesso le proprie responsabilità». Ma non è tutto. Caso vuole che proprio in quel momento il giovane ha ricevuto la videochiamata del presunto complice «che si compiaceva e rideva per l’espressione di paura che la vittima aveva fatto durante l’assalto» riferiscono dall’Arma. Accortosi che l’amico 18enne non era da solo, ma in compagnia di altre persone (ovvero i militari), il complice ha interrotto subito la videochiamata.
A quel punto i carabinieri (dopo aver recuperato una parte della refurtiva a casa del 18enne, pari a 130 euro), sono andati a casa del complice, identificandolo nell’amico 19enne, anche lui italiano, anche lui di Medicina e con precedenti di polizia.
Di fronte all’evidenza dei fatti, anche il 19enne ha ammesso le proprie responsabilità, restituendo il resto della refurtiva, pari a 70 euro e indicando ai carabinieri il nascondiglio delle armi, occultate nella siepe di un giardino pubblico. Non è stato possibile recuperare il telefonino del 68enne perché durante la fuga, il 18enne lo ha gettato in un canale artificiale, mentre le chiavi dell’auto sono state rinvenute dai carabinieri nei pressi di via Barbarossa. La refurtiva recuperata è stata restituita al legittimo proprietario che ha ringraziato i militari, mentre la pistola e il fucile, riproduzioni giocattolo prive del tappo rosso, sono state sequestrate. Su disposizione della Procura della Repubblica di Bologna, il 18enne e il 19enne sono stati tradotti in carcere.

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