Casa crollata a Baffadi

Non solo l’alluvione. Le vallate del Senio e del Santerno sono alle prese con un’emergenza che segnerà il territorio per mesi e anni: le frane. Uno dei comuni più colpiti è Casola Valsenio, dove diverse località sono rimaste isolate a causa delle frane che hanno travolto e interrotto diverse strade. La frazione di Baffadi, circa 300 abitanti, si è trovata isolata. Alcune stalle sono state distrutte, alcune case sono minacciate dagli smottamenti, i castagneti secolari non esistono più. Il nostro collaboratore casolano Stefano Rossi ci racconta il sopralluogo compiuto martedì a Baffadi.

Messaggio promozionale

Martedì 23 maggio insieme all’assessore Flavio Sartoni e altri tre ragazzi impegnati nel settore della stampa, siamo partiti zaino in spalla, per raggiungere quella località soprannominata “La Repubblica autonoma di Baffadi“.
Baffadi è una piccola frazione del comune di Casola Valsenio, conta all’incirca 300 abitanti. Durante la notte di martedì 16 maggio un pezzo di montagna è franato sulla strada bloccando completamente il passaggio sulla SP306. Questo gigante di Terra rende Baffadi un comune isolato, irraggiungibile dalla parte di Casola Valsenio. Flavio Sartoni, assessore alle Politiche e servizi ambientali, ha raggiunto Baffadi per la prima volta dopo una settimana, attraverso sentieri secondari non interessati da frane, e dopo quasi 2 ore di cammino, ha trovando un paesino sì provato, ma più che organizzato. Qui le ex scuole sono state adibite a raccolta cibo per le varie famiglie, due maestre impossibilitate a recarsi al lavoro stanno svolgendo lezione in questa piccola frazione. L’agriturismo la Ca’ Nova ospita varie famiglie ed è il luogo di ritrovo per pranzo cena e per tenersi compagnia. Qui due giovanissime ragazze, Maria Grazia Montefiori e Silvia Fabbri, compilano l’inventario delle persone che necessitano di medicinali. A Baffadi era presente anche Gian Piero Moschetti, sindaco di Palazzuolo sul Senio.
Da Palazzuolo, è possibile raggiungere Baffadi con i mezzi, il primo cittadino del comune toscano si è adoperato per fornire supporto logistico e ha mobilitato la Protezione civile di Firenze: «Siamo di regioni diverse ma siamo legati al comune di Casola da una vicinanza non solo territoriale ma umana e sociale. Penso sia inutile pensare a campanilismi, quando un sindaco indossa una fascia, quella è la fascia tricolore».
Due i luoghi particolarmente colpiti dalla potenza delle frane: la stalla della famiglia Rensi, e il castagneto di Alessandro Pifferi. Nel primo luogo abbiamo trovato una stalla per maiali completamente distrutta dalla frana ma ancora in piedi, all’interno sono morti molti maiali, altri sono feriti. Claudio Rensi nonostante tutto non si abbatte e ci racconta «quella sera ero uscito di casa per cercare un vitello quando ho sentito uno strano rumore, mi sono allontanato e ho visto tutta la frana in diretta, fortunatamente alcuni maiali sono rimasti vivi e gli altri animali non hanno subito danni».
Siamo poi saliti per le strade di sant’Apollinare attraversando il confine dell’Emilia Romagna ed entrando in provincia di Firenze, ma solo per imboccare la strada per i castagneti di Alessandro Pifferi. La castanicoltura è stata ferita mortalmente da questa emergenza, interi terreni franati hanno portato con sé alberi con più di 350 anni di vita. Pifferi con un po’ di amarezza, ma allo stesso tempo grande orgoglio e lucidità, racconta: «Questo è un lavoro che non esisterà più, già era difficile prima per via della concorrenza di altri paesi: Spagna, Portogallo, Cina, che fanno tipi di agricoltura intensive col castagno per poi rivendere il frutto a meno della metà rispetto a noi. Chi ha più il tempo per rivedere un albero di 350 anni? Io neanche di 50. Tante volte ho detto che avrei lasciato questi posti, non lo farò mai perché questa è casa mia, ma davvero penso che questa sia la morte della montagna».


© Riproduzione riservata

Messaggio promozionale
Pubblicità