Agricoltura in ginocchio, «perdita totale dei raccolti e frutteti compromessi per anni»

La riunione del Tavolo Verde del Circondario traccia un bilancio disastroso. «Necessario realizzare opere di salvaguardia del territorio, come le casse di espansione»

Vigneto colpito dall'alluvione a Spazzate Sassatelli

Danni di grandissima entità, oltre 2000 ettari ancora allagati; i problemi da affrontare di natura idraulica, legati alla viabilità e soprattutto anche in prospettiva legati alla manutenzione del territorio e alla prevenzione. Il bilancio della riunione del Tavolo Verde del Nuovo Circondario Imolese riunitosi stamattina a Imola è desolante.
Per quanto riguarda le colture, «si evidenziano perdite della totalità dei raccolti nelle zone alluvionate collegati a problemi di asfissia radicale che comprometteranno anche i frutteti per i prossimi anni, facendo perdere una significativa percentuale delle alberature» si legge nel resoconto della riunione, a cui hanno preso parte amministratori locali, associazioni degli agricoltori, rappresentanti del mondo della cooperazione e i funzionari delle bonifiche Renana e Romagna Occidentale -. Si somma a questo il problema dei trattamenti fitosanitari, che in molti casi hanno perduto la loro efficacia pur essendo state raggiunte le quote annuali, mentre le piante hanno già manifestato segnali di malattie». Una situazione che porta il Tavolo Verde a chiedere «deroghe mirate e la previsione di metodologie innovative come quelle che utilizzano i droni, ma in modo rapido e burocraticamente semplificato».
I danni purtroppo saranno anche indiretti, in quanto i consorzi di bonifica, attualmente impegnati nella gestione della piena (con idrovore che pompano oltre 30.000 metri cubi al secondo, contro i 3200 di una normale pompa) hanno avuto danni per allagamenti agli impianti irrigui non potendo in questo momento garantire l’irrigazione necessaria in oltre 1.500 ettari di terreno non colpiti dall’alluvione, che quindi paradossalmente possono soffrire di siccità con il rialzo delle temperature.

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Maggior coinvolgimento dei privati nelle manutenzioni del territorio
Molti interventi delle associazioni hanno evidenziato «una necessità di maggior coinvolgimento dei privati nelle manutenzioni del territorio e di accordi per la gestione degli alvei che consentano di intervenire anche per la manutenzione ordinaria, garantendo maggiore sorveglianza e capillarità», come con i microprogetti in passato attivati dalla Circondario. Fondamentale sarà inoltre il ripristino della viabilità, anche nelle strade interne ai poderi, sia per le aziende agricole che per l’indotto.
Occorre inoltre ragionare sulla prevenzione e sul medio periodo, per evitare il ripetersi di questi eventi. «Come Circondario abbiamo avviato il percorso per la redazione del Pug (Piano Urbanistico Generale) in forma associata e dobbiamo utilizzare questo strumento di pianificazione per prevedere la realizzazione di opere necessarie alla salvaguardia del territorio, come casse di espansione (anche utilizzando le cave dismesse) e interventi con i privati per il monitoraggio e la pulizia degli alvei dei fiumi» le parole in questo senso del sindaco di Castel San Pietro, Fausto Tinti -. Per fare questo occorrono anche importanti risorse che auspichiamo arrivino al più presto».


 

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