Dalla fine della stagione all’inizio della prossima. Il campionato 2024/2025 si è chiuso da poco per l’Andrea Costa, reduce da una salvezza senza coda playoff (neppure play-in) che già è ora di pensare alla prossima annata. Annata che il club biancorosso si prepara ad affrontare con una nuova proprietà alle spalle, in un passaggio societario che dovrebbe compiersi nell’arco di questo mese, alla luce dell’ultimo comunicato con cui l’attuale proprietà (Alessandro Domenicali e Andrea Ramenghi) ha ufficializzato la volontà di vendere il club, passando per la ristrutturazione del debito pregresso, con l’intermediazione di uno studio di commercialisti di Bologna (studio Chiarioni). Pronto a subentrare c’è un consorzio di imprenditori (per lo più imolesi) guidati da Sofia Conti. E proprio l’attuale (e molto probabilmente futuro) direttore generale del club rilegge la stagione appena trascorsa, tra questioni di campo ed extra-campo e l’imminenza di quello che sarà.
Partiamo dal risultato di fine stagione. Giusta la salvezza o la squadra poteva ambire a qualcosa di più?
È stata una stagione molto lunga, abbiamo giocato tante partite con molti turni infrasettimanali. Il risultato va un po’ stretto perché come squadra potevamo essere anche un po’ più avanti, ma alla fine il nostro obiettivo era la salvezza, per cui può andare bene così.
Difficoltà culminate nei ritardi dei pagamenti degli stipendi lamentati nell’ultimo periodo (vedi le dichiarazioni di Sanguinetti o di coach Vecchi). A quanto ammonta il ritardo?
Per alcuni giocatori quattro mesi, per altri tre. Ai giocatori è stata spiegata la situazione durante una riunione con alcuni imprenditori intenzionati a comprare l’Andrea Costa. Io non voglio prendermi responsabilità perché in questo anno di transizione c’era una proprietà che ha comunque inciso sulla gestione a livello economico e ci siamo trovati a far fronte a pagamenti dovuti alle vecchie stagioni necessari per andare avanti. Noi ci siamo piegati a questa necessità e pertanto ecco il ritardo, perché se su un budget raccolto poi si deve fare un extra budget per vecchi debiti, la coperta diventa corta. Si azzera un vecchio debito ma se ne apre uno nuovo.
Quindi c’è un gruppo di imprenditori che rileverà la proprietà?
Ci sarebbe un gruppo disposto ad acquistare, di cui sono referente, che si impegnerebbe nel caso anche a coprire questo ritardo nei confronti dei giocatori, oltre naturalmente a programmare la prossima stagione. Abbiamo indirizzato la proprietà verso un commercialista che controllerà i conti e ci dirà la modalità per transare il debito pregresso. Se sarà fattibile si procederà con l’acquisto.
I tempi?
Rapidi. Vorremmo chiudere nel giro dei prossimi 15 giorni e non arrivare a fine giugno.
Fiduciosa?
Sì. Anche perché un altro anno così, che sapevamo essere di transizione, non c’è pericolo di volerlo vivere. Piuttosto, come sento dire da tanti tifosi, meglio chiudere e ripartire dalla Serie C.
Una voce che puntualmente salta fuori a Imola in queste situazioni è la richiesta di una fusione tra le due realtà, o comunque che ce ne sia solo una di alto livello in città. Può essere la soluzione?
Se dovessi ragionare a livello prettamente economico, una squadra unica è la soluzione migliore per Imola, ma pensando alla passione delle persone non saprei. Bisognerebbe pensarci per bene, anche solo parlarne con le istituzioni e con l’altra realtà, almeno per capire il pensiero di tutti quanti.
L’intervista completa al direttore generale Sofia Conti la trovate nel numero de Il Nuovo Diario Messaggero in edicola da giovedì 1 maggio.
