Come un fulmine a ciel sereno. Carlotta Zofkova lascia il nuoto agonistico dopo una carriera ricca di emozioni, sacrifici e tantissimi successi. «Sicuramente è stata una scelta ben ponderata e per niente facile – fa sapere la campionessa -. Con grande fatica, stringendo i denti ero arrivata ai Sette Colli di giugno con l’ultimo obiettivo di qualificarmi come staffettista per le Olimpiadi di Parigi. In allenamento facevo ancora buoni tempi, ma in gara non sono riuscita a replicarli. La fatica era dovuta al fatto che da qualche anno erano iniziati i dolori alle spalle, la sinistra in particolare. L’usura della cartilagine mi limitava sia nello stile di nuoto che in palestra. Le braccia, che per me rappresentavano il 90% del mio motore, stavano iniziando a presentarmi il conto. Giorno dopo giorno sentivo che stavo perdendo la mia nuotata, che non ero più io. Negli ultimi allenamenti fatti, sapendo che avrei smesso a brevissimo tempo, ricordo che cercavo di ascoltare tutte le sensazioni possibili che l’acqua mi creava attorno al mio corpo, mi mettevo a contemplarla come per voler salutare queste sensazioni e qualche lacrima mi è scesa».
Una vita piena di medaglie
Zofkova ha iniziato la sua carriera agonistica con l’Imolanuoto, sotto la guida dell’allenatore ungherese Tamas Gyertyanffy. Inizialmente si è cimentata in diverse specialità, tra cui rana, misti e farfalla, per poi specializzarsi nel dorso. Nel 2009 è salita sul terzo gradino del podio nei 50 dorso alle Gymanasiadi, mentre nel 2012 ha ottenuto una medaglia d’argento nella staffetta 4×100 mista ai Campionati Europei di Debrecen. Nonostante non si sia qualificata per i Giochi Olimpici di Londra 2012 per un solo centesimo di secondo, ha continuato a migliorare le sue prestazioni.
Nel 2015 ha centrato il primo posto nella 4×100 mista alle Universiadi di Gwangju, mentre nel 2016, la Contessa ha conquistato il suo secondo titolo nazionale nei 100 dorso e un argento nei 200. Ai Campionati Europei di Londra dello stesso anno, ha raggiunto la finale nei 100 dorso, classificandosi sesta, e ha vinto l’argento nella staffetta 4×100 mista. Grazie al bronzo ottenuto al Trofeo Sette Colli nei 100 dorso, ha ottenuto la qualificazione per i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro 2016, dove ha partecipato alla finale della staffetta 4×100 misti.
Zofkova, nel 2018 ha raggiunto un risultato importante conquistando la medaglia di bronzo nei 100 dorso ai Campionati Europei di Glasgow, stabilendo il suo record personale con un tempo di 59″61. Nel 2022, infine, ha ottenuto un oro nella 4×100 mista e un argento nei 100 dorso ai Giochi del Mediterraneo di Orano.
Ricordi indelebili
«Uno dei ricordi più significativi è stata l’Olimpiade di Rio, che l’ho vissuta come si deve vivere un’Olimpiade – spiega Carlotta -. Ricordo lo stupore e l’incanto della cerimonia d’apertura, ricordo i 200 farfalla di Michael Phelps, un’emozione da pelle d’oca, ero super felice perché finalmente lo vedevo gareggiare dal vivo. È stato tutto bellissimo, dal collegiale con la Nazionale a Santos alla settimana delle gare. E prima ancora, tutto il cammino per arrivarci. Ci credevamo tutti, tutti a bordo della stessa nave, la mia nave. Ciascuno con le proprie competenze, il proprio carattere e la propria sensibilità e umanità. Tutti a spingermi con entusiasmo verso il traguardo delle Olimpiadi, il sogno di ogni atleta. Da mia madre all’Imolanuoto, la mia società, con a capo il presidente Mirco Piancastelli, all’allenatore Cesare Casella e soprattutto il mio allenatore preferito, Thamas Gyertyanffy, che mi ha accompagnato con il progetto della Fin a Verona. E poi ovviamente come dimenticare anche il bronzo agli europei di Glasgow del 2018…». Tante, anzi tantissime gioie, ma anche qualche momento negativo. «Oltre alla spalla ce ne sono stati altri di momenti difficili, più profondi e che non ho ancora superato del tutto ed è il motivo per il quale non mi va di parlarne».
Una vita dedicata al nuoto
«Ho iniziato a tre anni e mezzo e proprio al mio inizio ho rischiato di affogare. Allora mia mamma, per farmi vincere il trauma dell’acqua, a distanza di qualche mese mi ha riportata in piscina ed è stata la mia fortuna. Ho sempre desiderato diventare una nuotatrice, sin da piccola quando vedevo le gare di nuoto in tv, pensavo che un giorno anch’io magari sarei arrivata lì, in mezzo a quelle corsie numerate. Il mio sogno nel cassetto era ovviamente quello di andare alle Olimpiadi, anche se pensavo di gareggiare nella gara a rana, il mio primo stile e arrivare tra le prime al mondo».
Contessa Carlotta
Nata il 22 febbraio 1993 a Lugo, Carlotta è anche soprannominata la Contessa del nuoto italiano dopo essere stata riconosciuta nel 2015 dal padre, il nobile transalpino Jean Costa de Saint Genix de Beauregard. «Per me è stato molto importante conoscerlo, vedere la sua faccia e osservare i tratti ereditari e le caratteristiche in comune con me. Mi ha dato forse un senso di completezza. Seppur sgangherato, ma diciamo che ho chiuso un cerchio. Perché finalmente era visibile, una persona in carne e ossa. Ho provato un mix di felicità, rabbia, curiosità ma anche un po’ di speranza per l’avvenire. Per la mia carriera, non so se tutto questo possa aver contribuito interiormente. Non saprei proprio. Ma, per la persona che sono oggi, non gli riconosco nessun merito».
Uno sguardo al futuro
Carlotta lascia così il nuoto con un bottino di 6 ori, 9 argenti e 11 bronzi ai Campionati italiani. Inoltre, nei 100 dorso è stata detentrice dei record italiani Juniores, Cadetti e Assoluto e nei 50 dorso del record Assoluto. Numeri che parlano da soli e che fanno capire quanto di buono ha fatto Zofkova nel corso della sua carriera. «Sono nel corpo dei carabinieri, ramo forestale e quindi rimarrò nell’Arma. Però mi piacerebbe continuare a essere in contatto con l’acqua, ma guardandola dall’alto, facendo l’allenatrice. Mi piace e sento di essere portata. Vedremo…».
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