Parti per un Erasmus universitario in Svizzera. Lì, per caso, scopri la passione per il paraclimbing (l’arrampicata paralimpica, ndr), che coltivi anche una volta fatto ritorno a casa. Fai allenamenti su allenamenti fino a passare all’agonismo. Partecipi alla Coppa del Mondo, ti qualifichi per la finale e la vinci, salendo sul gradino più alto del podio. Una storia degna dei migliori film hollywoodiani sullo sport, dove il motto è: non arrendersi mai. Ma qui non si parla del grande schermo, ma della vita reale, quella in cui, non succede ma se succede… E all’imolese Chiara Cavina è successo davvero.
«Sono nata con una lesione midollare incompleta, derivata da ischemia midollare – spiega la giovane -. Dalle ginocchia in giù sono affetta da ipotrofia muscolare. Il piede sinistro è paralizzato, il destro ha una capacità di movimento molto ridotta e i bicipiti femorali sono meno forti rispetto a quello che dovrebbero essere». Ma questo non l’ha fermata, anzi.
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