Un tavolo tecnico-politico attorno a cui possano sedersi Ministero dei Trasporti, Rete Ferroviaria Italiana, Regione, Città metropolitana di Bologna e i Comuni. A chiederlo a gran voce sono i sindaci dei comuni del bolognese coinvolti nel progetto di quadruplicamento della linea ferroviaria tra Bologna e Castel Bolognese. Un tema che ha fatto molto discutere, specialmente a Imola, portando alla nascita del Comitato NoViadotto.
«Gli incontri e le attività di presentazione del progetto di quadruplicamento hanno confermato con ancora maggiore forza l’esigenza e la necessità di avere un quadro strategico e progettuale più ampio, motivato e condiviso, dotato di approfondimenti tecnici mirati alle diverse soluzioni in campo» scrivono i primi cittadini di Bologna, Imola, Dozza, Castel San Pietro Terme, Ozzano e San Lazzaro in una lettera inviata all’amministratore delegato RFI, al referente del progetto, al referente del dibattito pubblico Andrea Pillon e all’assessore regionale Corsini.
Nella lettera si chiede una condivisione circa le ricadute a livello locale del potenziamento della linea («un intervento di tale portata deve necessariamente valorizzare e garantire più opportunità a diverse scale»), un’analisi tecnica che porti ad approfondire in modo puntuale «le diverse soluzioni fra cui quella in affiancamento alla linea attuale anche non sopraelevata» e di contemplare «l’ipotesi della realizzazione di gallerie o di soluzioni specifiche ad hoc per i centri abitati, in particolare quello di Imola», soluzione caldeggiata dal Comitato NoViadotto, oltre alle necessarie opere di compensazione e mitigazione. In particolar modo, «al fine di poter esprimere valutazioni tecniche di merito dovranno essere necessariamente approfondite le seguenti componenti per le quali ci attendiamo integrazione per la documentazione: trasportistica, urbanistica, agronomica, idrologica ed idrogeologica, paesaggistica».
Una serie di ragioni che porta i sindaci a ritenere necessario che l’attuale percorso di dibattito pubblico debba essere prolungato in modo significativo, stante anche la disponibilità ad avere a disposizione ulteriori 90 giorni a partire dall’8 settembre espressa dalla Regione e RFI durante l’incontro del 11 luglio.
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