9, Luglio, 2025

Dopo un anno di stop, l’imolese Gianluca Galeati sfida di nuovo il Tor des Géants

«La sfortuna delle ultime edizioni mi aveva convinto a saltare la gara del 2022, però mi sono ricreduto. Mi sono allenato bene, sono pronto»

Domenica 10 settembre, in Valle d’Aosta, prenderà il via l’edizione del 2023 del Tor des Géants, gara di trail tra le più dure al mondo. Ai nastri di partenza, dopo un anno di stop, ci sarà l’imolese Gianluca Galeati, classe 1983 e con alle spalle diverse partecipazioni, alcune molto fortunate e altre meno.
«Ho scelto di non prendere parte alla gara dello scorso anno perché, nelle passate edizioni, ho avuto un po’ di sfortuna. Nel 2021 ero in buona posizione, però, dopo appena 40 chilometri, ho subito una distorsione alla caviglia – spiega l’atleta -. Mi sarei dovuto fermare, ma pensando a tutti i sacrifici che ho fatto per poter partecipare alla gara, ho scelto di proseguire. Sono riuscito a continuare fino al duecentesimo chilometro, raggiungendo addirittura la terza posizione. A quel punto, però, il dolore era troppo forte e sono stato costretto a ritirarmi». Tutto ciò ha influito sulla partecipazione all’edizione successiva del Tor? «Sì, ciò che è successo nel 2021, sommato alle sfortune degli anni precedenti con un altro stop forzato causato da una bronchite, mi aveva convinto a non prendere parte alla gara nel 2022. L’anno scorso, infatti, ho fatto solo il giro del monte Bianco», prosegue Galeati.
Alla fine, però, il richiamo è stato troppo forte: «È una gara particolare per via, secondo me, dell’estrema distanza e degli avanzamenti da compiere da una postazione a un’altra. Infatti, chi mi conosce e chi mi segue, mi chiede sempre del Tor. Inoltre, ogni volta che partecipo il tifo da casa è tantissimo, ci sono tante persone che si interessano e che seguono i miei progressi durante la competizione». Dopo un anno di stop, non si può non parlare delle aspettative: «Non voglio pormi degli obiettivi, è una gara talmente difficile che, col tempo, si capisce che è complicato solo portarla a termine. Cercare il risultato assottiglia ancora più la linea perché le difficoltà aumentano tantissimo. Nelle prime edizioni a cui ho preso parte ho raggiunto risultati incredibili, come un settimo e un secondo posto, e tutto sembrava facile, ma col passare del tempo mi sono accorto della difficoltà della competizione. Io però voglio ripagare anche la fiducia che la mia famiglia e i miei amici ripongono in me, dato che mi seguono in Tor des Géants a cui partecipo», spiega l’atleta 40enne.
I fattori che possono compromettere la prestazione durante la competizione, però, sono molti altri: «In un paio di edizioni ho avuto difficoltà respiratorie, ma fortunatamente, col tempo, sono riuscito a trovare la soluzione. Nel 2021, poi, l’episodio della caviglia che proprio non ci voleva – continua Galeati -. È chiaro che durante la gara si incontrano difficoltà e bisogna essere bravi ad affrontarle e superarle. Nel momento in cui, invece, si incontrano situazioni imprevedibili, sono talmente grandi che si spera sempre non capitino, perché altrimenti vanificano il tutto in pochi secondi». E gli allenamenti a che punto sono? «Sono contento, alla fine a me piace il periodo della preparazione e devo dire che, tutto sommato, è andata bene. Nel nostro territorio i sentieri presenti hanno poco dislivello, e inoltre, a causa del maltempo di maggio, quasi tutti i tracciati sono andati distrutti, quindi ho fatto un po’ fatica. Fino alla fine di giugno non ho fatto quasi nulla». Poi, però, «a luglio, ho partecipato a una gara di 50 chilometri a Courmayeur, da dove parte il Tor, e l’ho vinta. Sebbene siano distanze corte e sebbene avessi poco carico sulle gambe, mi sono accorto di stare abbastanza bene. Successivamente, ho preso parte a una competizione di 70 chilometri che fa il giro del monte Cervino e che avevo già pronosticato all’inizio dell’anno, classificandomi settimo», afferma l’atleta classe 1983. Gianluca, però, non è un atleta professionista, motivo per cui «come ogni anno, cerco di sfruttare il mio periodo di ferie estivo di 15 giorni. Li trascorro in montagna con la mia famiglia, cercando di coniugare vacanze e allenamenti. In quel breve periodo provo sempre a fare il massimo possibile, recuperando ciò che non riesco a fare in Romagna, quindi tanto volume, tanta distanza e tanto dislivello. Sono abituato ad allenarmi senza impedimenti fisici sebbene non sia per nulla scontato perché, dopo tanta fatica, qualche problema può sicuramente capitare». Al 10 settembre, però, manca sempre meno: «Sono molto cauto, la preparazione è andata bene, ora si tratta solo di arrivare lì, poi si vedrà», conclude Galeati.


© Riproduzione riservata

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