9, Luglio, 2025

Handbike, Cortini è sul tetto d’Europa: «Da ultimo a primo, non me lo sarei mai immaginato»

Lo scorso weekend l’atleta di Sassoleone ha trionfato negli Europei di handbike in linea nella categoria H3. «Ora il sogno sono le Paralimpiadi di Parigi 2024»

Domenica 20 agosto, nella città olandese di Rotterdam, Davide Cortini, 45enne di Sassoleone, ha vinto i campionati europei di handbike in linea nella categoria H3, bruciando in volata il tedesco Merklein.
«È stato bellissimo – afferma l’atleta romagnolo -. Soprattutto per come si era messa la gara si tratta di una vittoria storica. Appena sono partito, infatti, ho avuto un problema nella barra dietro che mi ha frenato la ruota posteriore e che mi ha fatto finire in ultima posizione». Cortini, però, è stato bravo a non scoraggiarsi e a ragionare con la mente lucida: «Piano piano mi sono sfilato e, una volta trovato Pierpaolo Addesi, il ct della nazionale, mi sono fatto sistemare la bici. Sono ripartito ascoltando i consigli del mio allenatore, ma avevo già un minuto e venti di ritardo». Col passare del tempo, però, il distacco è diminuito sempre di più, ed è a questo punto della corsa che è stata messa in atto la strategia vincente: «Mi sono impegnato ancora di più, ce l’ho messa tutta e ci ho creduto fino in fondo. Mi accorgevo che molti atleti dietro di me cominciavano ad abbandonare la gara perché eravamo molto stanchi, perciò ho deciso di iniziare ad affiancarmi a qualche ciclista per prendere fiato. Subito dopo, però, per non rischiare di terminare la corsa in posizioni arretrate, aumentavo la velocità, li saltavo e proseguivo». Infine, «all’ultimo giro del circuito, a circa due chilometri dal traguardo, ho visto le moto con le telecamere, segno che il gruppo in testa alla corsa non era molto lontano da me. Ho deciso di dare l’ultimo tirone fortissimo e i miei compagni di squadra hanno rallentato, perché stavamo facendo gioco di squadra ed erano consci che io stessi rientrando». In ogni competizione importante e difficile, come gli Europei e i Mondiali, infatti, «per tentare di vincere è fondamentale avere strategie, essendo quasi tutti i partecipanti allo stesso livello per quanto riguarda la forma fisica e la preparazione – spiega l’atleta di Sassoleone -. Progettiamo le tattiche insieme al nostro capitano e al nostro ct, e devo dire che quest’anno le abbiamo indovinate tutte». Tornando alla gara, dopo aver raggiunto il gruppetto in testa «mi sono accorpato e, quando è stato il momento, ho aperto a tutta e non ce n’è stata per nessuno, ero talmente allenato e stavo così bene che le mie braccia avrebbero fatto un altro giro di circuito». E le emozioni per la vittoria? «Non credevo all’impresa che avevo fatto, dopo essermi trovato in ultima posizione era impensabile riuscire a vincere, è stata proprio un’impresa incredibile», ammette Cortini.

Questo successo, però, parte da lontano: «Sono stato convocato per la prima volta in nazionale nel maggio del 2022. Ho subito partecipato alla coppa del mondo e l’ho vinta, solo che, non possedendo ancora la classificazione internazionale, non ho potuto ricevere la medaglia e un po’ mi è scocciato. Mi ha però rassicurato il mio allenatore, che si è complimentato per aver vinto una gara in una categoria, l’H3, in cui sono presenti tanti atleti e in cui l’Italia è una delle nazionali più forti del mondo», prosegue il neocampione europeo. Successivamente, Cortini ha vinto la gara a cronometro nei campionati italiani, sebbene «l’obiettivo futuro restino le Paralimpiadi di Parigi 2024». Nonostante il successo appena maturato, «non è scontata la mia partecipazione. È logico che il mio sguardo sia rivolto ai Giochi, alla competizione più grande in assoluto e più importante di tutte, però bisogna sempre fare le cose per grado. Ogni anno, infatti, si progettano strategie diverse, il tutto dipende dai percorsi proposti e dalla forma fisica che possiede l’atleta nel momento in cui deve prepararsi alla corsa – spiega, molto umilmente, Cortini -. È logico che, avendo vinto delle gare così importanti, mi sento preparato e molto forte, però mai dire mai». La ricetta per realizzare il sogno parigino? «Tanto lavoro e tanto allenamento, poi a me aiuta tantissimo Alex Zanardi, il mio mentore e il mio secondo padre, è una persona che è sempre nel mio cuore», conclude, emozionato, l’atleta sassoleonese.


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