Quattro gare, una al giorno, dal 24 al 27 settembre. Tutte con partenza e arrivo in autodromo. Giovedì 24 la cronometro femminile. Venerdì 25 quella maschile. Sabato 26, la prova in linea delle donna. Domenica 27, il gran finale con la gara degli uomini. Programma ridotto, quindi, per il Mondiale di ciclismo che, 52 anni dopo il trionfo di Adorni, tornerà ad Imola.
Il presidente dell’Unione ciclistica internazionale, David Lappartient, si è congratulato «con il comitato organizzatore di Imola. Vorrei ringraziare anche gli altri tre circuiti candidati, Peccioli (Italia), Alba Adriatica (Italia) e Haute-Saône (Francia). Non è stata una scelta facile, ma le tante candidature dimostrano che, pur nel periodo difficile che stiamo attraversando, i campionati del mondo sono ancora una grande attrazione per le città e le loro regioni».
«L’assegnazione dei Campionati del Mondo su strada Uci in Italia quest’anno è di grande valore simbolico – prosegue il presidente -: in un Paese che ha sofferto enormemente per la pandemia Covid-19, ma ha saputo affrontarla con efficacia e coraggio, l’evento ciclistico più importante del mondo sarà, a suo modo, un segnale di ritorno alla normalità in una regione dove la situazione sanitaria è ormai sotto controllo».
I percorsi. La gara su strada maschile sarà di 259,2 km con quasi 5mila metri di dislivello, la gara femminile, invece, di 144 chilometri (2.750 metri di dislivello). Il circuito, di 28,8 chilometri, sarà lo stesso per uomini (9 giri) e donne (5 giri) e comprenderà, ovviamente, l’ascesa dei Tre Monti (4 km con pendenza media del 10% e tratti che raggiungono il 14%).
Leggi anche: Il mitico Nino Ceroni: «Il Mondiale gioia enorme, ci lavoravamo da tempo»
