12, Luglio, 2025

Strade Bianche di Romagna, un tuffo nella storia

C’è qualcosa di magico e di mitico nel ciclismo. Un fascino unico, che accompagna questa disciplina fin dagli inizi. Da quando, nel lontano 1909, uno sparuto gruppo di coraggiosi completò, a suon di pedalate, il primo Giro d’Italia della storia.
A quell’epoca non esistevano strade. Esistevano cumuli di fango, terra, sassi e rocce. Restare in piedi era già un’impresa. Figuriamoci percorrere centinaia di chilometri in sella ad una bicicletta. Li chiamavano eroi del fango. Calzolari prima, Girardengo poi. E che dire di Bartali, Coppi, Gimondi, Merckx, protagonisti di un’epoca dorata – quella a cavallo tra anni ‘50 e ’60 – in cui il ciclismo era più popolare del calcio. Un’epoca in cui alzarsi sui pedali era una sorta di metafora della vita e chi arrivava per primo non aveva vinto solo una corsa.
Quante volte, però, specie negli ultimi anni, ci siamo lamentati di questo sport meraviglioso. Del doping dilagante (soprattutto tra i giovani). Della noia di alcune gare, specie di quelle in pianura. Di campioni talmente perfetti da non suscitare più emozioni. Perché è di emozioni che vive il ciclismo, da sempre. Come quelle che le strade bianche sanno regalare, in una specie di salto indietro nel tempo che fu. Per questo seguiremo con curiosità, calore e affetto, le Strade Bianche di casa nostra, quelle che vedranno sfidarsi sabato oltre 150 campioni di domani sullo sterrato romagnolo (partenza ore 13.15 dall’Imola Bevande di Mordano). 18 tratti, tutt’altro che facili, ve lo garantiamo, che regaleranno spettacolo e sorprese. I giovani hanno bisogno di confrontarsi con prove impegnative, di cadere e di rialzarsi, di vincere certo, ma anche di perdere. Come ha ribadito più volte il ct azzurro Davide Cassani, bisogna investire sui ragazzi. Ben vengano, allora, corse come le Strade Bianche o come il Giro d’Italia under 23. Permetteteci anche una punta d’orgoglio: è la Romagna il fulcro di queste due belle manifestazioni. Onore a Marco Selleri, alla sua passione e a quella dei tanti volontari che, instancabilmente, da anni, rubano tempo alla vita privata per regalarlo allo Sport con la S maiuscola.

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