16, Luglio, 2025

Il liceo in 4 anni per una scuola più europea

A settembre partirà la sperimentazione allo scientifico Valeriani e al linguistico Malpighi. Campanella una settimana prima e 35 ore settimanali. In classe entra la didattica innovativa come cooperative learning e flipped classroom. Montanari: «Alle famiglie chiederemo di condividere un patto di corresponsabilità»

Quattro anni, orari diversi, un modo differente di lavorare in classe e a casa. Accentuando, come si legge nella proposta spedita dal polo liceale imolese, l’attenzione «alla tecnologia, all’approccio critico alla realtà contemporanea», alla «capacità di porsi dinanzi al mondo con lo spirito costruttivo del “ricercatore”, nell’ottica di una visione “imprenditoriale” e quindi positivamente costruttiva del proprio futuro». Partirà a settembre la sperimentazione dei corsi di istruzione superiore quadriennali, aperta a licei e istituti tecnici. Delle 192 giunte al Miur, sono 100 le richieste accolte per altrettanti istituti superiori: 44 sono al nord, 23 al centro e 33 al sud. Il grosso è costituito da licei (74 in tutto), soprattutto scientifici (ben 43). Ventisette sono gli istituti superiori paritari. Nel nostro territorio due sono le scuole che hanno accolto l’invito alla sperimentazione e che hanno ottenuto l’ok del ministero: il Liceo Rambaldi-Valeriani-Alessandro da Imola, dove la sezione sperimentale sarà di scientifico, e il Liceo Malpighi (la sede centrale è a Bologna, mentre a Castel San Pietro sono presenti i corsi di scienze applicate ed il liceo sportivo) che ha puntato sul linguistico. Pro e contro. Come avviene quando viene introdotta una novità, c’è chi si è fatto promotore e chi si è detto contrario. Tra questi ultimi, buona parte dei sindacati dei docenti, preoccupati anche per le ricadute occupazionali del provvedimento. A Imola l’avvio della sperimentazione è stata approvata dal collegio docenti non all’unanimità ma a larga maggioranza. Accorciare di un anno la secondaria superiore anticiperà l’ingresso del neodiplomati nel mondo del lavoro o all’università, portando il sistema scolastico italiano al pari degli altri Paesi europei. Anticipare ed intensificare il percorso di studio impone di confrontarsi con metodologie nuove e con ritmi di studio e di vita diversi la cui compatibilità con il grado di maturazione e col percorso di crescita dei ragazzi non può non essere preso in considerazione. Come premette il dirigente del polo liceale di Imola, Lamberto Montanari, «ogni sperimentazione deve prevedere un’innovazione. E l’innovazione, per capire se funziona, necessita di essere sperimentata». Nel caso della sperimentazione del liceo quadriennale l’innovazione è ritenuta «necessaria. Necessaria perché? Perché è l’unico modo per dare una spinta di innovazione alla didattica. La scuola non è di chi ci lavora ma degli studenti. Lo vado ripetendo ossessivamente. Così come l’ospedale non è dei medici ma è dei pazienti. Di conseguenza, quando vado a pensare e ad attuare una riforma o un sperimentazione non devo basarmi sul fatto che qualcuno forse non troverà più il lavoro, perché il fine della scuola non deve essere assistenziale». La scelta è caduta sullo scientifico per una ragione di fondo: «Perché è il corso più centrato rispetto al momento storico. Il liceo scientifico nostro, in cui c’è anche il latino e che ci sarà anche nel quadriennale pur con un’ora in meno, con l’aspetto umanistico, pur con una forte rilevanza dell’aspetto scientifico (potenziamento delle scienze, matematica e fisica). È il corso in cui l’innovazione che andiamo a introdurre è più dirompente e significativa, in cui le pratiche metodologiche più innovative si sposano con l’uso delle tecnologie». Laboratori, tecnologie impiegate, internazionalizzazione, le materie che arricchiscono l’offerta formativa (scienze giuridiche ed economiche), l’ambiente di apprendimento, l’orario, il calendario, l’alternanza scuola-lavoro prevista come nei corsi quinquennali. Vengono potenziate materie di indirizzo come matematica, fisica, scienze. L’informatica sarà presente anche nel secondo biennio e verrà ampliato l’orario di lingua straniera. Nel primo biennio è introdotto l’insegnamento di diritto ed economia. Mentre il latino, ridotto, manterrà la verticalità sul quadriennio. Ma le novità non riguardano solo e nemmeno principalmente le materie. Verranno utilizzate metodologie di insegnamento come il cooperative learning, la flipped classroom, il peer tutoring, l’interazione nel gruppo ed un forte ricorso ai laboratori. Le aule saranno diverse, con banchi che si spostano e si compongono. Il piano proposto dal Valeriani ed approvato dal ministero è stato elaborato e stilato da una commissione di docenti delle varie discipline coordinati dal preside. I docenti impegnati nel corso quadriennale dovranno essere capaci e motivati essi stessi a gestire una didattica che non può essere limitata alla sola lezione frontale. A cambiare sarà anche il calendario scolastico, che prevede un anticipo di una settimana nell’inizio delle lezioni, così ’anno scolastico durerà 34 settimane. Il tempo-scuola verrà dilatato anche nell’orario settimanale passando a 35 ore. In questo modo nel quadriennio gli studenti trascorreranno a scuola complessivamente più ore dei colleghi del quinquennio. «Il concetto passato dai giornali di una concentrazione in quattro anni di quanto viene abitualmente svolto nel corso di cinque anni è sbagliato – precisa Montanari -. È il contrario. Non deve essere uno “zippamento” quadriennale del quinquennio. L’autonomia nello sperimentare le indicazioni nazionali è piena perché, appunto, si tratta di indicazioni, non di programmi, già superati nel 2010. Gli insegnanti possono fare dunque ampie scelte, purché in uscita le competenze siano le stesse. Anche perché l’esame di Stato sarà il medesimo. Le competenze presuppongono la conoscenza. Ma la conoscenza non basta, non basta sapere». Come per gli altri 99 istituti per cui si sono aperte le porte della sperimentazione (il ministero sta comunque valutando l’ammissione anche dei 92 esclusi), si potrà partire con una sola sezione ed un massimo di 25 alunni. Se le domande di iscrizione saranno maggiori, il liceo si è dato dei criteri di selezione basati sulla valutazione in uscita dalla scuole medie e sulla sottoscrizione di un “patto di corresponsabilità” con la famiglia, in cui si sottolinea “la necessità di forte motivazione oltre all’impegno richiesti”. Solo a parità di queste condizioni si farà ricorso al sorteggio. Difficile prevedere il grado di attrattività del liceo quadriennale. Le iscrizioni partiranno come per i corsi tradizionali, vale a dire il 16 gennaio.

Stefano Salomoni

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