Selleri, a Mordano, è un marchio di fabbrica. Non c’è persona, in paese, che non conosca la famiglia di Marco, Alfonso e Isabella. Se si parla di ciclismo o di calcio, poi, la loro fama si estende a macchia d’olio. Sulla Romagna e non solo. Marco, da una vita, oltre che apprezzato direttore dell’Elettrotecnica Imolese, è un vulcanico e preparato organizzatore di corse ciclistiche per under 23. Il Nino Ceroni dei dilettanti se vogliamo azzardare un confronto.
Alfonso, giusto pochi mesi orsono, si è regalato la più grande soddisfazione sportiva della carriera di calciatore, vincendo il campionato di serie D col Ravenna e conquistando la promozione in serie C. «A Ravenna sono di casa ormai – racconta -. È un ambiente sano, familiare e la società sta cercando di ritrovare i fasti di un tempo». Numero 10 sulla casacca, Alfonso è senza dubbio un leader dello spogliatoio e un idolo incontrastato della curva giallorossa. «Il calore del pubblico ravennate è unico. Io cerco di ripagare l’affetto dei tifosi dando il massimo in ogni partita. Credo che questa sia una delle mie stagioni migliori. A 31 anni ho dimostrato di poter tranquillamente stare tra i professionisti».
Nell’ultimo turno di campionato, il primo dopo la sosta, il Ravenna ha pareggiato sul campo della Triestina, altra nobile del passato alla ricerca della gloria perduta. Un punto chiave per l’obiettivo stagionale dei giallorossi: la salvezza. E fuori dal rettangolo di gioco?
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