Coltivare iris non è solo botanica, ma un esercizio di pazienza, bellezza e profondità. Lo sa bene Lorena Montanari, ibridatrice riminese ed esperta giudice della Società Italiana dell’Iris, che da oltre vent’anni ha trasformato una passione in un vero e proprio stile di vita. A raccontarsi sarà lei stessa, mercoledì 16 luglio alle 21, ospite del giardino storico del palazzo vescovile di Imola per il terzo e ultimo incontro estivo proposto dal museo diocesano.
Un amore nato per incanto
L’amore per le iris nasce nel 1998, quando Lorena, leggendo un articolo su una rivista, decide di visitare il Giardino dell’Iris di Firenze. È un colpo di fulmine: «Sono rimasta incantata per dieci minuti davanti a quei fiori. Colori mai visti, forme incredibili… Un tuffo nel futuro». Da allora, quella meraviglia si è trasformata in una vocazione. Inizia a coltivare le prime piante, scoprendo che non basta ammirarle: bisogna curarle, comprenderle e rispettare i loro ritmi.
Dalla coltivazione all’ibridazione
Nel 2003 sceglie di approfondire: frequenta il corso per diventare giudice della Società Italiana dell’Iris e si forma all’ibridazione grazie al maestro Augusto Bianco. Impara a selezionare i genitori migliori valutando struttura, vigore, fioritura e resistenza. Insomma, per Lorena la sua passione è l’antitesi alla frenesia moderna. Rifiuta l’idea del “pronto effetto” e valorizza l’attesa. «Coltivare iris insegna la determinazione e l’importanza dell’insuccesso. E soprattutto, insegna ad avere pazienza e ad aspettare». Le sue creazioni sono state introdotte dal 2008 sul mercato statunitense grazie a un rapporto di collaborazione con Bruce Filardi e Thomas Johnson di Mid-America Garden, Oregon. Dal 2008, inoltre, ha registrato 46 nuove introduzioni fra iris barbate alte, da bordura e nane, all’American Iris Society. Nel 2024 è coautrice del libro Iris a cura di Vincenzo Corti per i tipi di Edagricole Edizioni. E molto altro.
L’incontro a Imola
Durante la serata, Lorena, partendo dalla sua esperienza personale, racconterà la storia dell’ibridazione in Italia dal 1930 a oggi, la nascita del Giardino dell’Iris a Firenze nel 1954, il primo Concorso Internazionale del 1957 e la nascita della Società Italiana dell’Iris. Spiegherà come si valuta una pianta, come si selezionano e registrano le varietà, e l’importanza delle iris barbate nel mondo vivaistico e del giardinaggio.
Un dono speciale
Per l’occasione, inoltre, Lorena ha voluto omaggiare il giardino storico del palazzo vescovile con una varietà da lei ibridata: Il Giardino del Monsignore. Qualche spoiler? «L’unica cosa che posso dire è che si tratta di un’iris dalle eleganti corolle di bianco glaciale, appena registrata all’American Iris Society, per il resto…Venitelo a scoprire all’incontro di mercoledì. Ne varrà la pena».
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