Giovedì 19 giugno il Tribunale civile di Bologna ha decretato l’apertura della procedura di liquidazione giudiziale delle Cantine Brusa di Toscanella (nella foto Isolapress) e nominato come curatore il dottor Carlo Alfonso Lovato di Bologna. L’amministratore unico e legale rappresentante dell’azienda Emanuele Scalambra aveva depositato una richiesta di ammissione alla composizione negoziata della crisi (Cnc) alla Camera di Commercio del capoluogo il 10 dicembre 2024, per cercare di fronteggiare una situazione difficile che aveva preso il via già nove anni prima. L’esperto, però, non è riuscito a trovare una soluzione.
Concordato preventivo
Nell’estate del 2015, infatti, Cantine Brusa aveva presentato un’istanza di accesso al concordato preventivo, che prevedeva «il pagamento integrale dei creditori prededucibili e dei debiti assunti per la gestione e prosecuzione della società durante la procedura – si legge nella richiesta di ammissione alla Cnc, che ripercorre le tappe della vicenda -, il soddisfacimento integrale dei creditori concorsuali di rango privilegiato, da pagarsi entro 12 mesi dalla definitività del decreto di omologa (datata 20 settembre 2016, ndr), e il soddisfacimento parziale dei creditori chirografari nella misura del 32,68%». Ma «le vicende penali, che hanno interessato il magazzino e che hanno condotto all’intero sequestro dello stesso nel giugno 2015 (un’inchiesta per l’adulterazione dei semilavorati e un sequestro da 28 milioni di euro, ndr), non si sono risolte nelle tempistiche ipotizzate in sede di procedura concordataria, completandosi soltanto nel 2019 anziché nel corso del 2016».
E «tale evenienza ha compromesso gran parte del prodotto ivi contenuto, il quale, invece di rappresentare la principale componente attiva, da porre a servizio del debito, si è progressivamente deteriorato, non consentendo di raggiungere certo i risultati economici ipotizzati nella proposta omologata». A questo si sono aggiunti l’impossibilità di ricorrere a finanziamenti bancari a medio/lungo termine, il pessimo andamento dell’annata 2017 e la pandemia. Una situazione complessiva che «ha, di fatto, impedito alla soluzione concordataria di performare come ipotizzato».
Composizione negoziata
Ecco, dunque, che Cantine Brusa deposita l’istanza di accesso alla composizione negoziata della crisi, per cui la Camera di Commercio di Bologna aveva nominato come esperto il commercialista Renato Santini. Il suo mandato si è concluso il 10 giugno, di fronte all’impossibilità di negoziare un accordo con i creditori e di risanare la situazione per scongiurare il fallimento. E a quel punto l’azienda ha deciso di portare i libri in Tribunale.
Dipendenti senza reddito
Per i circa 30 dipendenti delle Cantine Brusa (a fronte dei 40 prima della crisi, ndr), gli ammortizzatori sociali si sono interrotti alla fine di gennaio, lasciandoli senza alcun reddito. Si attende l’incontro con il Ministero del Lavoro per discutere dello sblocco della cassa integrazione straordinaria per cessazione attività. La procedura, però, potrebbe richiedere altri mesi.
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