Ha fatto molto discutere la lettera scritta da una studentessa del liceo di Lugo, diventata virale grazie allo scrittore e insegnante Enrico Galiano, molto seguito sui social. La lettera, firmata, è stata appesa da una liceale alla bacheca dell’istituto, ma è finita in molte bacheche virtuali dei social network, in particolare Facebook. Tra le righe si legge un disagio, un senso di disillusione e delusione: «Mi svegliavo la mattina consapevole che andare a scuola, imparare, studiare fosse il mio scopo – scrive la studentessa -. Poi ho iniziato a comprendere, ogni giorno di più, che non ha alcuna utilità: di utile, non mi viene spiegato nulla in modo appassionante, non vengo mai ricompensata per il duro lavoro» (qui il testo della lettera). Ancora una volta la scuola è al centro del dibattito.
La risposta del dirigente scolastico Frassineti
A rispondere alla lettera è stato il dirigente scolastico del liceo di Lugo, Giancarlo Frassineti. Riportiamo la sua risposta.
«La lettera scritta da una nostra studentessa riportata ieri da alcuni organi di stampa costituisce un’evidente manifestazione di quel disagio giovanile che costituisce la questione centrale della sfida educativa del nostro tempo, per la Scuola e la comunità tutta. Il Liceo Statale “G. Ricci Curbastro” di Lugo è notoriamente impegnato in più direzioni nel contrastarlo, per le proprie competenze e possibilità, con una molteplice progettualità specifica sugli studenti avvalendosi di esperti, di norma psicologi, con eventi, anche pubblici, per genitori e adulti, con la prassi quotidiana svolta dai docenti in classe, con lo sportello d’ascolto attuato da uno psicologo esperto attivo tutto l’anno scolastico, col dialogo sempre attivo e possibile con la dirigenza e il suo Ufficio, et cetera.
In merito alla studentessa, minorenne, questa dirigenza, appena acquisito il segnale del disagio, la lettera di mercoledì u.s., manifestato, senza alcun preavviso, in modalità irrituale, ma evidente espressione di malessere, ha attivato e sta completando gli approfondimenti necessari con tutti gli interessati, studentessa, compagni di classe attraverso i loro rappresentanti, docenti, genitori della studentessa, nel rispetto dei ruoli, delle competenze e delle professionalità, per comprenderne la specificità e fornirne in conclusione una risposta appropriata al malessere evidenziato, risposta imperniata sul dialogo, sul reciproco rispetto e sulla condivisione, sicuramente non sanzionatoria, azione totalmente fuori luogo in questo caso, per tutte le persone coinvolte, ma con l’intento di tutelare diritti e aspettative di tutti».
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