Come risulta evidente sullo scacchiere politico odierno, l’irresistibile tendenza dei nostri giorni è la polarizzazione. Destra o sinistra, bianco o nero. Unicamente giusto o sbagliato, solamente bravo o cattivo. E questo modus pensandi sta riversandosi anche nella quotidianità degli studenti del Polo tecnico professionale, istituto superiore di Lugo, col rischio di essere tutti etichettati senza più distinzione né criterio. E non positivamente. Ma in un contesto scolastico – e lo attestano i fatti – che pur rimane difficile e bisognoso di un cambio di rotta, emergono comunque iniziative che meritano lode e attenzione. Una delle più recenti ha coinvolto i ragazzi della 2E dell’indirizzo sociosanitario.
La genesi della collaborazione
«Verso fine 2024, abbiamo chiesto all’istituto Sacro Cuore di poter visitare i loro locali – fa sapere Silvia Merendi, professoressa di Scienze umane e sociali al Polo, che ha condotto il progetto insieme alla collega Patrizia Balestri, docente di Metodologie operative -. Da qualche tempo, infatti, organizziamo con gli studenti alcune piccole uscite didattiche nei diversi spazi della città. Che sia la biblioteca o la scuola dell’infanzia, ci piace l’idea che i ragazzi conoscano le strutture e i luoghi del territorio; che entrino in contatto con la realtà che li circonda e mettano le mani in pasta. Anche un po’ per motivarli, per mostrare ambienti che potrebbero rappresentare il loro futuro, per sviluppare un attaccamento, per consolidare un coinvolgimento all’interno della comunità in cui vivono».
Così, al termine di quella visita, la richiesta è pervenuta dagli stessi alunni: «Sono rimasti talmente colpiti – continua Merendi – che ci hanno proposto di tornare, magari introducendo qualche novità. E confrontandomi con Balestri, ottenuta la disponibilità del Sacro Cuore, ha preso forma l’idea».
«I ragazzi percepiscano di poter dare un contributo»
In linea con quanto avvenuto, c’è la visione di Francesca Quaranta, coordinatrice dell’istituto Sacro Cuore di Lugo. «Se ai ragazzi viene concesso di vedere qualcosa di bello, se vengono esposti a un’esperienza in cui percepiscono di poter dare un contributo, questo contributo arriva, con ottimi risultati – commenta -. È dall’osservazione delle nostre classi, infatti, che è nato negli studenti del Polo il desiderio di dar vita a un nuovo progetto, studiando e realizzando attività laboratoriali che tra fine marzo e inizio aprile loro stessi hanno proposto ai bambini della scuola dell’infanzia e della prima e seconda primaria».
Svolgimento e considerazioni
«Un lavoro lungo due mesi»: mentre Merendi curava gli aspetti teorici, Balestri svolgeva l’attività operativa e preparatoria insieme agli studenti. E tornati nelle aule del Sacro Cuore, tra i laboratori svolti insieme ai bambini, letture di storie, ricalchi delle mani, ritagli su carta, oppure attività che hanno previsto l’utilizzo del feltro.
«Gli alunni sono rimasti molto soddisfatti, e uguale noi docenti – aggiunge Merendi -. A tratti è stato commovente vedere la bellezza di questi ragazzi e l’impegno nel rapporto con i più piccoli. Essendo precaria, personalmente non so se l’anno prossimo sarò ancora in questa scuola, ma so per certo che alla collega e allo stesso istituto Sacro Cuore piacerebbe riproporre l’iniziativa. Sono quelle idee che fanno bene ai ragazzi e ai bambini, che insegnano la necessità di trovare un compromesso, che non viviamo in compartimenti stagni, che ciò che sembra diverso e lontano, in realtà, è più vicino di quel che si pensi – conclude -. Abbiamo percepito entusiasmo».
Per lasciare una traccia profonda
Entusiasmo. È stato questo il «focus dell’esperienza» secondo Tamara Pecchioli, consulente pedagogica degli istituti Sacro Cuore d’Italia e in particolare di quello di Lugo. «È un concetto molto forte in educazione: qualcosa che ti contagia, che ti lascia una traccia. Una traccia profonda. C’è però da decidere quale traccia lasciare. I giovani non mancano di entusiasmo, a volte è solamente sopito. Con questo progetto i ragazzi si sono messi in gioco come soggetti positivi, contribuendo e ideando, portando entusiasmo ai bambini. E forse anche un po’ alle loro famiglie».
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