Maltrattamenti contro familiari o conviventi, violazione di domicilio, porto di armi od oggetti atti ad offendere, rapina aggravata e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Il tutto nel giro di poche ore.
A finire in manette per questa sfilza di accuse un 26enne egiziano, disoccupato e con precedenti di polizia, arrestato dai carabinieri della compagnia di Imola.
Tutto è iniziato domenica scorsa, quando alla centrale operativa di via Cosimo Morelli è arrivata la segnalazione di una donna che chiedeva aiuto dopo che un soggetto l’aveva costretta ad aprire la porta era entrato in casa urlando e prendendo un coltello. Il bersaglio di quella incursione sarebbe stato il coinquilino della donna, un 45enne italiano, accusato dall’intruso di avere una relazione sentimentale con la compagna (cosa smentita dal 45enne).
«Il coinquilino ha tentato di difendersi, ma non è riuscito a evitare una serie di pugni e una coltellata di striscio al volto – ricostruiscono i carabinieri -. Dopo aver costretto il 45enne a consegnargli lo smartphone, il soggetto è uscito di casa col coltello in mano e si è allontanato a bordo di un taxi».
Nel frattempo i carabinieri, sono stati informati che il soggetto in fuga era andato a casa dei suoceri per raggiungere la compagna. «Quest’ultima, un’italiana sulla ventina, si era trasferita dai genitori a seguito di un’aggressione verbale e fisica nei suoi confronti della donna, rimanendo ferita». Un’aggressione che risalirebbe al giorno precedente, sabato 12. Nonostante i provvedimenti adottati dall’autorità giudiziaria per tutelare la vittima (nell’ambito di un cosiddetto “codice rosso”, adottato poche ore prima dalla Procura della Repubblica di Bologna), «il 26enne egiziano aveva raggiunto i suoceri e aggredito nuovamente la compagna, sottraendole il figlio minorenne per portarlo via col taxi che aspettava fuori» riferiscono dall’Arma.
I carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Imola sono riusciti a rintracciare il 26enne nella sua abitazione, dove si trovava in forte stato di agitazione, con in braccio il figlio sconvolto che stava piangendo. I militari, dopo aver convinto il 26enne a consegnargli il figlio, lo hanno arrestato.
«Sottoposto a una perquisizione domiciliare, il 26enne è stato trovato in possesso dello smartphone che aveva sottratto al 45enne e 79 grammi di una sostanza stupefacente del tipo marijuana – prosegue la ricostruzione dei carabinieri -. Nonostante tutto, durante il tragitto verso la caserma il 26enne avrebbe riferito ai carabinieri le proprie intenzioni di portare a termine quello che aveva iniziato con frasi del tipo: “…ora vado in carcere, ma appena esco fra due, tre anni, li uccido tutti!”».
Su disposizione del Pubblico Ministero di turno, presso la Procura della Repubblica di Bologna, il presunto autore è stato tradotto dai carabinieri in carcere, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
L’autista del taxi che aveva trasportato il 26enne è risultato estraneo ai fatti.
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