Per capire quanto Dozza fosse legata a don Lindo Contoli basta fare un giro in vicolo Campeggi, dove lo storico parroco è raffigurato nel murale dedicato alla trazione dei Magi.
Un paese intero oggi piange don Lindo, parroco di San Lorenzo in Piscerano e canonico onorario della basilica cattedrale di Imola, tornato alla Casa del Padre all’età di 93 anni.
Don Contoli era nato il 15 febbraio 1932 ed era stato ordinato sacerdote il 28 giugno 1956, divenendo prima cappellano a Riolo Terme e poi a Dozza. Negli anni ’60 è stato insegnante di religione al liceo scientifico e assistente della Fuci (Federazione universitaria cattolica italiana). Dal 1964 al 1970 la significativa esperienza come cappellano all’ospedale psichiatrico Lolli di Imola. «Andare lì era tremendo, era un luogo con un’assoluta mancanza di significato, senso e valore – ricordava in un’intervista rilasciata al nostro settimanale nel 2022 in occasione del suo 90° compleanno -. Si sentivano delle grida ma non erano considerate. Le prime volte dopo mezz’ora me ne andavo perché non riuscivo a resistere. Poi ho iniziato a parlare con qualche persona lì dentro, (erano 800, come una grande parrocchia!), per provare a dire la messa. Invitai anche gli universitari e qualche studente del liceo, così l’iniziativa prese piede. Ogni tanto si faceva qualche piccola uscita, salvo rientrare a fine giornata. Dopo qualche tempo, sentendo anche medici e infermieri, ipotizzammo la creazione di una piccola comunità per aiutare queste persone a reimparare l’uso della libertà. Diventato parroco don Carlo Dal Pane a Toscanella, disponevo di un terreno: si poteva fare un esperimento». Fu così che nacque una piccola comunità agricola: «Eravamo una specie di cooperativa e ho dovuto imparare ad essere capofamiglia e agricoltore. Inoltre i familiari di queste persone si erano accorti che i loro figli, ritenuti fragili, erano docili, sia in comunità che a casa».
Un impegno per le persone più fragili che non aveva mai abbandonato: anche negli ultimi anni della sua vita aveva accolto queste persone, prendendosene cura.

Nel 1977 don Lindo diventa parroco a San Lorenzo in Piscerano dove ha vissuto fino all’ultimo. Nel frattempo una breve parentesi come parroco di Toscanella dal 1994 al 1998. Tra i numerosi ruoli che ha ricoperto anche quello di incaricato diocesano della pastorale della famiglia, insegnante di dottrina sociale della chiesa a scuola di teologia, insegnante di etica cristiana e dottrina sociale all’istituto San Pier Crisologo.
Una vita spesa a contatto con i giovani, a dialogare e parlare con loro. «Hanno una grande domanda e bisogno di una compagnia… che non trovano – sosteneva a proposito don Lindo nell’intervista -. Da un lato la tecnologia non aiuta, dall’altro gli adulti devono avere la pazienza di stare con loro. Non per insegnargli qualcosa, ma solo per il desiderio di stare con loro. Gli adulti devono accogliere i giovani come se fosse la cosa che più preme loro nella vita. Anche perché sono il futuro. Io penso: «Dopo di me chi ci sarà? Io ci sarò solo se sono stato con te, giovane». Il problema degli adulti non deve essere nell’esito dell’educazione, ma nel percorso fatto insieme».
La camera ardente di don Lindo sarà allestita mercoledì 9 aprile nella chiesa di San Lorenzo in Piscerano a Dozza, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20, con la recita del Rosario alle ore 18.30. Le esequie saranno celebrate giovedì 10 aprile alle 10 nel piazzale della sua chiesa. Si proseguirà poi per il cimitero di Dozza.
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