Un delitto d’odio. Una delle pagine intrise di sangue del 1945, quando una serie di rappresaglie e vendette hanno colpito, specie dopo l’armistizio, numerosi cittadini italiani. Tra questi anche diversi sacerdoti, anche nel territorio della Diocesi di Imola.
Oggi, 80 anni fa, don Giovanni Ferruzzi, parroco di Campanile, veniva ucciso mentre in bici si recava a portare ai suoi parrocchiani le benedizioni in vista della Pasqua. Don Ferruzzi durante gli anni della seconda guerra mondiale si è prodigato per il servizio alla sua popolazione, criticando i tedeschi e deplorando apertamente le imboscate partigiane. Il 3 aprile 1945 è stato ucciso a fucilate, pare da un gruppo di partigiani comunisti, mentre transitava in bicicletta per svolgere il suo ministero. I suoi assassini sono tuttora sconosciuti, non ci fu nessun processo.
Oggi don Giovanni Ferruzzi è sepolto nel cimitero comunale di Lugo. Monsignor Francesco Cavina oggi, 3 aprile, alle 20.30 presiederà la messa nella pieve di Campanile in suo ricordo.
Nell’80esimo anniversario del loro martirio, il vicariato della Bassa Pianura ricorderà anche altri due sacerdoti uccisi nel 1945: don Tiso Galletti (Spazzate Sassatelli, 9 maggio) e don Giuseppe Galassi (San Lorenzo di Lugo, 30 maggio).
Nel numero de Il Nuovo Diario Messaggero in edicola da giovedì 3 aprile trovate il ricordo dei sette sacerdoti della Diocesi di Imola uccisi tra il 1944 e il 1945 o dai nazifascisti o dai partigiani comunisti
La testimonianza della nipote Santa
La nipote Santa Ferruzzi, scomparsa nel dicembre 2024, ha sempre mantenuto viva la memoria dello zio, raccogliendo in un memoriale la sua testimonianza di quell’evento terribile. Il giorno dell’uccisione dello zio sacerdote, Santa era a Noventa Vicentina (Vicenza), dove il fratello Angelo era in servizio presso la locale brigata nera. La notizia della sua morte la raggiunse solo dopo la liberazione. Di una cosa Santa era fermamente convinta: «Non fu, come detto da alcuni, una vendetta trasversale contro don Giovanni perché il nipote Angelo era tenente delle brigate nere. Infatti chi non aveva un parente fascista o, perlomeno, che lo era stato? […] Don Giovanni fu ucciso il 3 aprile 1945, alcuni dicono come vendetta perché criticò l’operato dei partigiani stalinisti, la cui conseguenze ricaddero colpevolmente nella rappresaglia dei suoi parrocchiani, che amava ed aiutava indistintamente […] In realtà don Giovanni fu ucciso soprattutto per l’odio alla fede cattolica verso i preti insinuato dal Partito Comunista in quel periodo».
© Riproduzione riservata