«Occorre fare presto, intervenire subito». Un refrain sentito spesso dopo l’alluvione del 2023 che oggi risuona lungo la valle del rio Rovigo e, di conseguenza, in quella del Santerno dove il torrente sfocia.
Oggi diverse associazioni e residenti dei comuni di Palazzuolo sul Senio e Firenzuola si sono dati appuntamento sul ponte di via Casetta di Tiara, dove gli effetti della frana del 14 marzo che ha riversato nel corso d’acqua parte del contenuto di una discarica datata 1971 sono ben visibili.
Nell’occasione le associazioni firmatarie, affidate alla voce di Eva Pasquarella, hanno lanciato il loro grido d’allarme presentando l’esposto che sarà depositato presso le procure di Firenze e Bologna per tramite dell’avvocato imolese Antonio Mancino. Un modo per chiedere un intervento immediato, per tenere alta l’attenzione sulla situazione prima che peggiori ulteriormente.
«Al di là di quello che deve fare la procura, come cittadini quello che possiamo fare è chiedere risposte – dichiara Pasquarella -. Cosa chiediamo? Ovviamente chiediamo una soluzione quanto più immediata possibile. Ovvio, la bacchetta magica non ce l’ha nessuno, però sono passate due settimane e quello che abbiamo visto non è sufficiente. L’intervento deve essere rapido e coordinato. Un coordinamento che manca».
I rifiuti, nonostante alcune reti posizionate lungo il corso del torrente, hanno già raggiunto il Santerno e sono ben visibili in località San Pellegrino, guardando il fiume dalla Montanara. Coniale, Moraduccio e Valsalva, tre località che d’estate si riempiono di visitatori, non sono molto lontane.
Nei giorni scorsi Arpae ha effettuato un sopralluogo lungo l’asta del fiume, con campionamenti di acqua i cui risultati analitici saranno resi noti dall’agenzia regionale nei prossimi giorni. Nel corso della settimana è programmato un sorvolo con drone per monitorare la situazione e consentire dall’alto il controllo in aree difficilmente accessibili, oggi era in volo un elicottero con telecamere per il monitoraggio. Preoccupano anche le altre discariche che sarebbero state rilevate nella zona.
«Noi siamo molto preoccupati da un punto di vista ambientale e paesaggistico, ma siamo anche preoccupati per quelle che possono essere le ricadute a valle – sottolinea Ivano Cobalto, da pochi giorni presidente della sezione di Imola del Cai -. Noi ci troveremo i rifiuti anche nel fiume Santerno, che è il fiume di Imola. Anche lì avremo problemi sicuramente se non si interviene con massima rapidità, con la massima urgenza e con aziende specializzate preposte a questi interventi. Altrimenti le plastiche scenderanno a valle».
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