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La disturbo semplicemente per metterla al corrente del prosieguo dell’artico comparso nel suo giornale il 2 febbraio 2023 dal titolo “Una donazione per ricordare la presenza ebraica a Imola” per il quale credo di non averla neanche ringraziato: mi perdoni. Come lei aveva messo bene in chiaro la donazione era stata fatta con il solo vincolo di essere esposti al pubblico il giorno della Shoah e la donazione comprendeva tre piattelle ebraiche del 500 in ceramica policroma assai rare (mancano anche al museo della ceramica di Faenza), una scatola per profumi, (una signora la stava comprando come porta pepe) una placca con le tavole della legge e sei manine indicatrici (yad), il tutto in argento punzonato e un trancio del “rotolo in pergamena: solo per dire che non era cianfrusaglia.
Il 27 gennaio 3023 il tutto è stato messo in mostra in bacheche a sinistra dell’ingresso della biblioteca, con didascalie prese dal volume “Cultura ebraica in Emilia Romagna”. Il 27 gennaio 2024 il materiale è stato esposto al primo piano in una bacheca verticale, esistente nel passaggio per la sala studio all’ultimo momento, come per caso. Il 27 gennaio 2025 non è stato messo in mostra nessun oggetto, niente. Non si dica che non c’era posto, al piano terra erano, e lo sono ancora, due manifesti di partigiani e al primo piano nel corridoio principale gli schizzi di Anderlini sulla guerra. Non voglio entrare in una querelle come quella del rabbino di Roma con il presidente dell’Anpi, vorrei semplicemente dire alla direttrice della biblioteca di Imola o a chi per essa che non ha fatto un piacere al sottoscritto nel ricevere la donazione, e quindi se non interessa lo può dire apertamente, anzi poiché non viene rispettato il fine della donazione, chiedo di tornare in possesso degli oggetti donati.
Purtroppo oggi donare è peccato ed avendo fatto altre tre donazioni alla biblioteca, ho perseverato e di conseguenza, come dice S. Tommaso sono stato diabolico. Prometto che non succederà più, sicuramente, come donante, sono menomato nelle mie facoltà mentali e psichiche.
E forse ha ragione la senatrice Liliana Segre nell’affermare che scomparsi gli ultimi protagonisti, della Shoah non rimarrà che una qualche riga in un qualche libro di storia.
Grazie ancora per la sua disponibilità.
Mario Giberti