«Una direttrice adriatica che si connetta direttamente con il porto di Ravenna senza interessare le linee Bologna-Rimini e Castel Bolognese-Ravenna».
A un giorno dalla scadenza della quinta proroga per la presentazione delle osservazioni sul progetto di quadruplicamento della linea ferroviaria fra Bologna e Castel Bolognese, dall’incontro pubblico al centro sociale La stalla di Imola (di fronte a una sala gremita) il coordinamento dei comitati spariglia le carte in tavola.
Il documento congiunto del comitato Alta velocità Fonti di Colunga di San Lazzaro, del gruppo cittadino di Castel San Pietro Terme, del comitato No viadotto di Imola e del comitato Alta velocità di Solarolo chiede di cambiare prospettiva.
Quale, dunque, la proposta? «Da Ravenna, prosecuzione in direzione Ferrara per connettersi al polo logistico di Bologna ad Altedo, circa 30 chilometri a nord dal Bivio San Vitale, dove l’attuale progetto di quadruplicamento prevede di far confluire tutto il traffico merci».
«In quest’ottica, non vi sarebbe alcun senso nel convogliare tutto il traffico merci proveniente da sud sul nodo di Bologna, già congestionato sia su ferro che su gomma» spiega il portavoce, Armando Martignani.
Da una parte, «l’entroterra romagnolo rimarrebbe comunque connesso a questa direttrice, lungo la linea ferroviaria Ravenna-Faenza», dall’altra «il potenziamento delle linee storiche esistenti, sgravate dal traffico merci, sarebbe così sufficiente a migliorare sensibilmente anche il trasporto passeggeri».
Sul tema troverete un articolo approfondito nel numero di giovedì 30 gennaio!
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