Domenica 29 dicembre anche per la Diocesi di Imola si apre il Giubileo della speranza. Ad accompagnare l’anno giubilare a Imola ci sarà un’icona particolare, donata alla Diocesi da Maria Grazia Reggi, originaria della parrocchia di San Giacomo Apostolo maggiore di Lugo.
«L’icona è ispirata a un modello conservato nel monastero di Bose – spiega l’autrice -. È intitolato Il veniente, da un versetto del libro dell’Apocalisse: «Io sono l’Alfa e l’Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era, che viene» (Ap 1, 8). E nell’icona, sul libro tenuto dal Cristo, ho voluto riportare un’altra citazione dell’Apocalisse «Sì, vengo presto» (Ap 22, 20). L’ho realizzata perché sto facendo un cammino di formazione con l’ordo viduarum, l’ordine delle vedove cristiane. Realizzandola mi è sorto spontaneo il desiderio di lasciarla alla Diocesi, visto che l’ordo viduarum è forma di vita consacrata legata alla Chiesa locale».
L’icona verrà portata in processione per l’apertura del giubileo (leggi qui), e sarà esposta in cattedrale durante l’anno santo.
Maria Grazia Reggi è rimasta affascinata dalla dimensione di preghiera rappresentata dal realizzare un’icona a La Verna: «Le mie icone vengono dall’ispirazione. È sempre un incontro di sguardi. Che siano persone o immagini, scocca una scintilla. Ma è una partecipazione, con la preghiera, alla vita».
Così creare un’opera d’arte diventa uno strumento di preghiera: «Per realizzare un’icona si utilizza una tavola di legno che viene gessata. Si stendono sette mani di gesso perché, come Dio in sette giorni ha creato il mondo. Così l’iconografo stende sette mani di gesso per accogliere l’immagine del Signore. E poi c’è la doratura. L’oro rappresenta lo Spirito creatore di Dio, che è presente in ogni cosa ma che l’iconografo va a scoprire piano piano. L’iconografia, con i suoi gesti, è una preghiera continua: il gesto diventa preghiera e la preghiera diventa gesto».
Il modello di questa icona si ispira al Cristo Pantocratore: il Cristo rappresentato nella sua predicazione, che benedice con la mano destra e tiene il rotolo con la mano sinistra. Il trono è rappresentato da alcuni cuscini ed è inscritto in un quadrato rosso, a sua volta dentro una mandorla. Il trono è simbolo dell’universo, tutto il mondo visibile e invisibile, ma è anche il simbolo della gloria regale del Salvatore. Il quadrato, invece, è simbolo della terra. «La mandorla include il quadrato, cioè la terra, e tutta la figura del Cristo. È una rappresentazione inclusiva come il Vangelo: ci richiama ad avvicinarci al Cristo attraverso la sua Parola».
© Riproduzione riservata