12, Luglio, 2025

Incendio centrale Hera, vigili del fuoco ancora sul posto. Ma ancora nessuna informazione precisa sulle cause

Ancora nessuna comunicazione sull'origine delle fiamme, tra le ipotesi la rottura di una tubatura. Hera: «La sede è agibile e regolarmente aperta»

Mentre i vigili del fuoco proseguono le operazioni di spegnimento e monitoraggio dell’incendio che si è sviluppato sulla copertura del tetto della centrale di cogenerazione Hera di via Casalegno, sia l’azienda che il Comune di Imola (con due note stampa inviate a distanza di tre minuti l’una dall’altra) ribadiscono come «non siano emersi elementi di preoccupazione durante le continue verifiche e i monitoraggi di queste ore».

Quel che ancora non è stato comunicato
La centrale di cogenerazione Hera è stata costruita in modo da porre una certa distanza tra i depositi di gas e la struttura dove avviene la combustione, con collegamenti subito interrompibili per evitare conseguenze ben peggiori. A garantire il teleriscaldamento, è stata una rete di caldaie di riserva (di backup) che «non ha provocato alcun disservizio al teleriscaldamento, che è e sarà garantito a tutti gli utenti» dichiarano sia da Hera che dal Comune.
Quel che ancora manca, tuttavia, sono informazioni più precise sulle cause dell’incendio e su cosa sia effettivamente successo. Da Hera assicurano che le fiamme hanno riguardato «solo l’esterno della struttura, la sede è agibile e regolarmente aperta».
L’intervento dei vigili del fuoco per spegnere la copertura è lungo e in corso (anche nel pomeriggio di giovedì 21 erano presenti alcuni mezzi), sul posto si sono recati anche i funzionari del 115 da Bologna. «Hanno preso fuoco le travi in legno lamellare della copertura dell’impianto di cogenerazione. Cause al momento ancora da definire» riferivano dal comando provinciale dei vigili del fuoco di Bologna nel tardo pomeriggio di giovedì 21 novembre.
In mancanza di informazioni dettagliate, abbiamo finora a disposizione solo lo strumento delle ipotesi. Nella centrale di cogenerazione, sotto alla copertura del tetto, corrono tubature in cui passa vapore acqueo a temperature che sfiorano i 600° Celsius. In caso di rottura o fuoriuscita da uno di essi, si può ipotizzare un forte surriscaldamento della copertura e/o del tetto.
Un’ipotesi che spiegherebbe invece l’aspetto della lunga durata dell’intervento dei vigili del fuoco potrebbe essere legata ai materiali coibentanti di cui è composto il tetto/copertura. Che, evidentemente, non sono ignifughi se si è verificato un incendio.
In ogni caso sembrano consistenti i danni subiti dal tetto, in attesa di una quantificazione più precisa.
+ Eventuali aggiornamenti a riguardo verranno comunicati.


© Riproduzione riservata

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