12, Luglio, 2025

Appuntamento con la storia delle 55 campane del Santissimo Crocifisso

Gli ingegneri Michele Naldi e Stelio Montebugnoli presentano il loro libro dedicato alla storia del campanile e del carillon di Castel San Pietro Terme

Sabato 9 novembre, nell’ambito della rassegna Aspettando la 21a edizione della Festa Internazionale della Storia, gli ingegneri Michele Naldi e Stelio Montebugnoli presentano il loro libro 55 suoni nell’arte e nella storia, dedicato alla storia del campanile e del carillon con 55 campane del santuario del Santissimo Crocifisso di Castel San Pietro Terme.
L’appuntamento, organizzato dall’associazione culturale Terra Storia Memoria, è alle ore 20,30 all’interno del Santuario in piazza XX Settembre.
In particolare i due relatori parleranno del funzionamento del carillon del campanile, unico in Europa per storia e tecnologia, e illustreranno le indagini dinamiche vibrazionali eseguite per lo studio dei picchi di spostamento indotti dal suono delle campane stesse.

Uno strumento unico nel suo genere
In un articolo de Il Nuovo Diario Messaggero del 22 aprile 2021 l’ingegnere Montebugnoli chiariva il valore del carillon, spiegando anche la figura del suo inventore: «da autodidatta, Giulio Gollini aveva un’inventiva straordinaria, il suo è uno strumento che non ha simili». Ma cosa rende tanto speciale il carillon castellano? «Le campane variano di dimensioni: per le campane più piccole, il batacchio viene mosso tramite impulso elettrico, per le campane più grandi, il cui batacchio è più pesante, si prevede un sistema ad aria compressa. In questo modo, tutte le campane suonano con la semplice pressione di un tasto». L’inventore trovò una serie di soluzioni originali ai problemi incontrati, come la necessità di equalizzare i volumi, dovuta al fatto che le campane grandi emettono un suono più forte rispetto quelle piccole. «Gollini fece corrispondere alla pressione dei tasti corrispondenti alle note basse (campane grandi) la percussione di una sola campana, mentre per le note alte (campane piccole) due o anche tre campane, così da sopperire con il numero di campane suonate alla diminuzione dell’intensità del suono prodotto da ciascuna di esse». Poi ci sono i due pedali, sotto la tastiera: «sono meccanismi per controllare il suono: uno serve ad aprire e chiudere le griglie delle finestre; l’altro ad avvicinare i batacchi alle campane, riducendone la corsa e diminuendo l’intensità del suono». Ultimo colpo di genio: Gollini trovò il modo di produrre l’effetto doppler, ossia «lo scivolamento frequenziale dovuto al movimento delle campane». Nel carillon, le 55 campane sono ferme: «Gollini introdusse una grande ventola che muove l’aria e rende il suono più rotondo».


© Riproduzione riservata

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