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Sarebbe bene evitare che il controverso progetto del quadruplicamento della linea ferroviaria Bologna- Castel Bolognese accenda pericolose esasperazioni, sempre possibili se l’intera vicenda non venisse governata con il massimo equilibrio.
Fino ad ora i cittadini del NOViadotto hanno tenuto testa alla potente RFI (Rete Ferroviaria Italiana) con calma determinatezza, mentre le Ferrovie hanno agito con eccessiva sicurezza; ma tutto è ancora possibile.
RFI insiste sul viadotto, mentre NOViadotto (sic!) propone un tunnel che superi in modo meno doloroso la parte più antropizzata e agricola di pregio.
Il potere decisionale è di RFI che di tunnel non ne vuole sapere: certo la differenza dei costi tra le due versioni è imponente, ma c’è un peso sociale non ingegneristico che va tenuto presente.
I cittadini da tempo hanno espresso in modo chiaro il proprio pensiero, perché un serpente di ferro e cemento a due passi da casa non è l’arredo migliore e i piloni megalitici in mezzo alla campagna ne uccidono la coltivabilità sostenibile.
E su questo ed alto, è bene che Rfi rifletta perché nelle nostre zone prima delle decisioni si partecipa, si discute, si litiga anche ma alla fine si trova un accordo.
A inizio degli anni ‘60, il percorso dell’Autostrada del Sole subì una leggera modifica per salvare un’importante unità poderale in località San Prospero.
In quegli anni, l’Ami accolse la richiesta di tanti agricoltori imolesi che protestavano per la palificazione di una linea elettrica in pieno campo.
Di recente, la nuova viabilità in via Piratello è stata corretta in sede quasi esecutiva per non danneggiare un’impresa vitivinicola del luogo.
Episodi con un peso specifico assai ridotto rispetto all’ opera di quadruplicamento proposto della linea Bologna-Castel Bolognese; sono comunque indicativi di un modo di procedere rispettoso delle realtà in essere a tutela della coesione sociale che nessuno vuole e deve mettere in discussione.
L’ Agricoltura ha pagato e sta pagando ovunque un prezzo altissimo alla cosiddetta modernizzazione della vivibilità urbana, con il sacrificio di terreni preziosi e ancora economicamente produttivi.
È questione di rispetto, di rispetto della società e della sua Storia.
Si è consapevoli delle esigenze del mondo produttivo che chiede a buona ragione collegamenti anche su ferro rapidi e a costi contenuti.
La parola è passata ad un Tavolo Istituzionale nel quale si ripone fiducia per il peso delle responsabilità che i Componenti portano.
La Politica sia protagonista di una soluzione di composizione delle esigenze in campo: non si tratta di vincitori e vinti, ma di dare corpo al principio fondamentale del-l’operare secondo scienza e coscienza.
Vittorio Feliciani
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