«Il mio prossimo futuro lo costruirò in Francia», ci disse Marzia Manoli nell’estate del 2016, al rientro da un anno in Francia, dove aveva frequentato il secondo anno di corso all’università d’Aix-Marseille: «La Francia è sempre stato il mio sogno e l’Erasmus è stato quindi un’ottima occasione per realizzarlo», spiegava.
Conseguita nel 2017 a Bologna la laurea triennale in lingue e letterature straniere (francese, portoghese e inglese), superate le certificazioni di lingua francese C1 e C2, Marzia è partita per Parigi: in due anni, cosa tutt’altro che facile per uno studente straniero, ha conseguito la laurea magistrale in letteratura generale e comparata (francese) all’Università Sorbonne-Nouvelle Paris 3 e nei successivi la laurea magistrale nell’insegnamento di lettere moderne francese Meef alla Sorbonne Paris IV-Inspe.
Abbiamo incontrato Marzia durante la sua recente vacanza a Imola: «In Francia ho lavorato come hostess nelle fiere e congressi, dopo la laurea magistrale ho insegnato come supplente al Lycée général et technologique de l’Albanais a Rumilly nell’alta Savoia. Ho quindi iniziato a prepararmi per i concorsi per l’insegnamento del francese alle medie e alle superiori, il Capes, che permette agli aspiranti insegnanti di ottenere una posizione lavorativa regolare, con la garanzia di avere subito un posto di lavoro stabile».
Nei suoi anni parigini, ha affrontato ovviamente anche il periodo del Covid, quando in Francia alle 17 iniziava il coprifuoco. Nel marzo del 2022 ha dato gli scritti dei concorsi, ciascuno di sette ore, e l’anno dopo i due orali: «È stato un periodo di studio molto duro, sono riuscita ad arrivare duecentesima su settecento francesi (all’inizio eravamo 2mila) e, finalmente, nell’anno scolastico 2023/2024, ho iniziato a insegnare ufficialmente francese in una scuola media. Gli insegnanti in Francia sono sempre controllati, dal preside e da un ispettore, occorre dimostrare che sai applicare ciò che hai imparato. È vietato portare in classe qualsiasi simbolo religioso o inserire nei programmi argomenti legati a qualsiasi religione: si è super controllati anche in questo».
Insomma l’inizio della vita da prof di Marzia non è stato una passeggiata, anche se non sono mancate le soddisfazioni. Come essere chiamata come commissario esterno agli esami di una delle scuole in cui ha insegnato, i due licei che – si sa, a Parigi le distanze sono enormi – erano a un’ora e 20 minuti dalla sua abitazione, nel quartiere Saint Germain. Ma lo studio non finisce mai, Marzia sta preparando un ulteriore concorso per insegnare alle classi preparatorie all’Università: «Dieci prove, sei scritti, quattro orali per cento posti in tutta la Francia. Collaboro anche alla stesura del manuale scolastico del liceo, mi piacerebbe associare all’insegnamento la scrittura, proponendomi a qualche casa editrice». Nel tempo libero la nostra prof riesce a dedicarsi al nuoto, allo yoga, a fare attività in un atelier di teatro amatoriale.
E così il sogno di cui Marzia ci parlò otto anni fa si è realizzato: «Un sogno che ha viaggiato veloce, talmente veloce che non riesco ancora a crederci, ma è partito da lontano… Forse dai miei “non farò mai il tuo lavoro”, rivolto a mia madre, professoressa di scuola, ma penso più partito da un viaggio di famiglia a Parigi, che mi spinse a scegliere il francese come seconda lingua alle medie. Il sogno ha viaggiato portandomi a continuare i miei studi universitari nella Ville Lumière. Sono partita da sola, a 21 anni, senza avere troppe certezze o punti di riferimento, se non quello che nel mio futuro sarei rimasta in Francia. Sono estremamente grata ai miei genitori e ai miei amici che, nel loro grande o nel loro piccolo, hanno contribuito ogni giorno a rendere questa grande sfida quasi piacevole. Come direbbe uno dei miei scrittori preferiti, Fernando Pessoa, “O Homem é do tamanho do seu sonho”, l’uomo è della misura del suo sogno, e aggiungerei, anche “del coraggio che usa per realizzarlo”».
Prossima puntata: Marzia docente alla Sorbona? Ti aspettiamo al varco!
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