11, Luglio, 2025

Dai bottoni della divisa «abbiamo scoperto i resti di un soldato tedesco»

Mattia Palombo, 23enne mordanese, ha scoperto, durante una ricerca con il metal detector nei boschi di Castel Del Rio insieme all'amico Andrea, i resti e gli effetti personali di un soldato tedesco, risalenti alla II Guerra mondiale

«Appena il cerca metalli ha cominciato a dare i primi segnali, ho cominciato a sentire l’adrenalina». È così che il 23enne di Mordano Mattia Palombo ha cominciato a raccontare quanto accaduto nella mattinata del 19 novembre scorso. Insieme all’amico Andrea Bonati, anche lui appassionato di metal detector e oggettistica della II Guerra mondiale, hanno rinvenuto, durante una ricerca nei boschi di Castel del Rio – più precisamente in via Guasteto -, i resti di un soldato tedesco e alcuni oggetti personali. «Sentendo che i segnali del metal detector si facevano sempre più insistenti, armati di badile abbiamo cominciato a scavare. A riemergere per primi dal terreno, sono stati i bottoni della divisa. Poi, scavando più in profondità, abbiamo scoperto una vertebra umana e, poco alla volta, il resto del corpo – racconta Palombo-.  Quando abbiamo avuto la conferma che fossero proprio resti umani, abbiamo avvertito immediatamente i carabinieri di Castel Del Rio, che sono intervenuti nel giro di poco tempo. Dopo aver ricevuto l’ok del magistrato, abbiamo poi proceduto con la riesumazione delle ossa rimaste». A queste si sono aggiunti un rasoio e un pennello da barba, uno spazzolino da denti in bachelite, il tappo di una borraccia, alcune fibbie per sostenere la cintura, e alcuni resti di una giberna in cuoio.
La spedizione a Castel del Rio è stata tutt’altro che casuale: «Quella è una della zone meno conosciute dagli appassionati della II Guerra mondiale perché lì i combattimenti, nell’ottobre del ’44, sono stati molto veloci e le cronache dell’epoca ne parlarono pochissimo – spiega il mordanese -. Ma data la vicinanza con la Linea Gotica, abbiamo immaginato che il sottosuolo potesse custodire reperti interessanti. E dato che è una zona che conosciamo molto bene, abbiamo voluto tentare».
L’identità del soldato resta, purtroppo, un mistero: «Non è stata trovata la piastrina con nome e cognome, ma siamo riusciti ad attribuirgli un’età indicativa. La protesi dentale e altre otturazioni trovate tra i resti, ci fanno pensare che, al momento della morte, avesse sicuramente più di 40 anni».
Le ossa sono già state trasferite al Cimitero militare germanico della Futa, che custodisce i resti di oltre 30mila soldati caduti, dove sarà sepolto, insieme ad altri trovati in passato, all’interno di un ossario.

 

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