12, Luglio, 2025

Due capre uccise nella notte, una sventrata: «I morsi sono quelli di un lupo»

È successo nelle campagne tra Castel Guelfo e Medicina. «È presumibile che non ci fosse un solo esemplare, ma almeno due»

«L’immagine che mi sono trovato davanti agli occhi mi ha lasciato di sasso». È con queste parole che Matteo Dal Pozzo, agricoltore residente a San Martino (nelle campagne tra Castel Guelfo e Medicina), ha iniziato a raccontare quanto accaduto all’interno del suo cortile nella notte appena trascorsa.
«Quando questa mattina sono entrato nel recinto del bestiame non potevo credere a quello che stavo vedendo». Distesi a terra i corpi senza vita di due capre, una delle due completamente sventrata e con le costole rotte, l’altra con la gola squarciata (nella foto scattata dallo stesso agricoltore). «Sono abbastanza convinto che si tratti di un lupo – ha commentato Dal Pozzo in seguito all’accaduto -. Anche perché è difficile che un cane selvatico riesca a saltare una recinzione alta un metro e mezzo».
Supposizioni, quelle dell’agricoltore, che sono state confermate dalle guardie provinciali, intervenute sul posto per gli accertamenti nelle ore successive. «Dalle analisi è emerso che i morsi trovati sul collo dei due animali coincidono con la dentatura di un lupo. È presumibile, inoltre, che non ci fosse un solo esemplare, ma almeno due».
Oltre alla dentatura, sembra che siano state proprio le ferite al collo a far propendere per l’attacco di un lupo. Come ha spiegato Gianni Neto, guardia ambientale ed esperto del comportamento di questi animali, «si parla di predatori che, rispetto ai cani selvatici, sono più metodici. Il cane morde ovunque, il lupo punta direttamente alla gola della preda».
Quello accaduto a San Martino non è, però, un caso isolato: «È la terza segnalazione fatta questo mese. Prima i due vitelli sventrati, poi il cagnolino sbranato la settimana scorsa nella vicina Crocetta, e oggi questo. È normale che ci sia un po’ di preoccupazione. Ma se i lupi sono arrivati fino a qui in pianura, zona che non fa parte del loro habitat, è necessario interrogarsi sul perché – ha continuato Dal Pozzo -. Probabilmente sono spinti dalla sete, considerato l’attuale periodo di siccità, dalla fame, o dal bisogno di nutrire i cuccioli».
Occorre inoltre rassicurare sulla pericolosità per l’uomo: come ripetuto più volte, il lupo appenninico è un animale selvatico e non si avvicina alle persone, che teme.
Il consiglio, in caso di avvistamento, è di non tentare di avvicinare questo animale e di rivolgersi alle autorità competenti evitando di prendere iniziative che possano mettere in pericolo la propria incolumità e quella dell’animale.


© Riproduzione riservata

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