il mulino Scodellino è, come sappiamo, un pezzo del Dna della comunità di Castel Bolognese. A raccontarci la sua storia è Giuseppe Merenda, uno dei principali artefici del recupero dell’antico mulino. Merenda, per tutti “Pino”, classe 1950, è considerato il braccio operativo che ha rimesso in funzione i macchinari tornati nuovamente a macinare. «Nel 2009 abbiamo costruito l’associazione e abbiamo iniziato con i primi lavoretti dopo che il Comune aveva ultimato i lavori di ristrutturazione a tetto, muratura e fondamenta – ha raccontato Merenda -. Io e Oreste Olivi (altro volontario storico) abbiamo iniziato puntellando alcune travi, poi alla fine ci siamo fatti prendere e non ci siamo più fermati. Per me era un divertimento». Per lo Scodellino, il contributo di Giuseppe Merenda è stato fondamentale. Grazie alla sua esperienza da meccanico è stato possibile, infatti, far tornare in funzione la complessa macchina del mulino. Non è solo l’esperienza a rendere “Pino” una presenza indispensabile, ma anche e soprattutto la sua dedizione e instancabilità, come testimonia il suo motto, inciso su una targhetta appesa ad una trave del pian terreno: “L’impossibile è il non tentato”.
Pino Merenda, il braccio operativo che ha riattivato lo Scodellino

Con il motto "L'impossibile è il non tentato", il volontario castellano, classe 1950, è una presenza fondamentale al mulino dal 2009