8, Luglio, 2025

Sgominato giro di sfruttamento della prostituzione tra Imola, Medicina e la riviera. Cinque arresti

La lunga indagine dei carabinieri è iniziata con una tentata estorsione a Medicina in pieno lockdown, nell'aprile 2020. Quattro le ragazze sfruttate, per un notevole giro d'affari

Una denuncia per estorsione e una lunga attività di indagine ha portato i carabinieri della compagnia di Imola a sgominare una banda dedita al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione.
Cinque le persone arrestate (il capobanda in carcere, quattro ai domiciliari) ritenute responsabili di occuparsi di diversi aspetti del “giro”: c’era chi curava conti e guadagni, chi si occupava di pubblicare annunci e foto per adescare i clienti, chi accompagnava le ragazze in strada o in hotel sulla riviera in estate.
Le indagini hanno preso le mosse dalla denuncia di un cittadino di Medicina che, in piena zona rossa nell’aprile 2020, si è rivolto ai carabinieri della locale stazione per segnalare una tentata estorsione. «Si è partiti da una denuncia che segnalava un tentativo di estorsione da parte del capobanda nei confronti di un “cliente” che avrebbe voluto, in pieno lockdown, un rapporto con una delle quattro ragazze vittime dello sfruttamento – spiega il maggiore Andrea Oxilia, comandante della compagnia carabinieri di Imola -. Non essendoci stato il rapporto, il capobanda, di Ferrara, aveva deciso di minacciare il cliente chiedendogli lo stesso i soldi. Qui sono intervenuti i carabinieri di Medicina ed è iniziata la nostra indagine».
Un’indagine lunga e delicata che ha portato alla luce come i cinque soggetti accusati di far parte della banda avessero sfruttato quattro ragazze di origine rumena portate a prostituirsi in alberghi oppure in strada lungo riviera romagnola, a Imola, Medicina e Bologna sin dall’aprile 2020, nonostante il lockdown dovuto al Covid.
Come detto ognuno dei membri della banda aveva un compito specifico, agli ordini del capobanda: i quattro si trovano ora agli arresti domiciliari tra Ferrara, Cesena e Bologna.
«Un giro d’affari notevole – rivela Oxilia -. Abbiamo stimato che ognuna delle quattro ragazze riuscisse a prendere circa 10mila euro al mese. Questo guadagno illecito è risultato essere anche la sola fonte di reddito dei membri della banda». Le ragazze vittime dello sfruttamento sono ora state liberate da questa terribile situazione.

La ricostruzione del maggiore Oxilia


© Riproduzione riservata

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