Con la morte di Sergio Navacchia se ne va un pezzo di storia di Imola. Il fondatore (insieme alla moglie Thea) dell’ azienda vinicola Tre Monti, nell’omonima località imolese, si è spento in mattinata dopo un ricovero in ospedale avvenuto nei giorni scorsi.
Classe 1933, Navacchia ha lavorato per decenni in Rai scegliendo poi di aprire l’azienda vinicola a conduzione familiare all’inizio degli anni ’70, costituita nel 1974. Sergio e Thea Navacchia avevano acquistato nel 1966 il podere di Imola (allora solo 16 ettari): «L’idea era quella di fare il vino per gli amici» si legge nella storia dell’azienda. Da allora il piccolo podere è cresciuto e la Tre Monti è stata tra le prime aziende sul territorio a piantare con grandi densità per ettaro e a sperimentare con vitigni non tradizionali. Per non parlare della valorizzazione del vino imolese per eccellenza: l’albana, che trova la sua declinazione nel Vitalba, per la cui realizzazione vengono impiegate anfore georgiane.
Sergio lascia i due amatissimi figli David e Vittorio, il presente e il futuro dell’azienda. Alla moglie Thea, scomparsa nel 1989, aveva dedicato uno dei vini più pregiati (e premiati) della produzione Tre Monti.
Sempre attento all’immagine e alla qualità dell’azienda vinicola, anche dopo aver passato la gestione ai figli, viveva ancora in via Lola a contatto con le sue viti. Molti lo ricordano per le sue doti umane, per la gentilezza, professionalità e dedizione al lavoro. Davvero, un pezzo della storia di Imola che se ne va.
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