23, Luglio, 2025

«Prima i bottoni, poi le falangi di una mano: così ho trovato un soldato tedesco»

Mattia Palombo, giovane socio del Museo della Guerra - Linea Gotica di Castel del Rio, ci racconta la scoperta che ha effettuato a Fontanelice il 13 novembre

La storia, a volte, è sotto i nostri piedi. Una storia non troppo lontana eppure ancora tutta da scoprire. Lo ha sperimentato in prima persona Mattia Palombo (in foto), 22 anni di Mordano, quando il suo metal detector nei pressi di Monte Cappello ha iniziato a mandargli il tanto atteso segnale sonoro che precede le scoperte. «Sabato mattina (13 novembre, ndr) ero in un terreno privato nei pressi di via Valmaggiore, a Fontanelice – spiega Palombo -. Sapevo che qui nell’ottobre del 1944 c’erano stati importanti scontri tra alleati e truppe tedesche». Dal metal detector arrivano i primi segnali, a una profondità di circa 40 centimetri. «Segnali rilevanti della presenza di alcuni oggetti in metallo». Affiorano i primi bottoni, «tedeschi, sia di una camicia che di una divisa» intuisce subito Mattia, che da anni è socio e volontario del Museo della Guerra – Linea Gotica di Castel del Rio.
Continuando a scavare però la scoperta cambia radicalmente: oltre ai bottoni emergono ossa, «probabilmente falangi di una mano». Palombo chiama i carabinieri, come da protocollo in caso di rinvenimento di ossa umane. Nel frattempo emergono altre ossa: una scapola, quella che sembra essere una costola, un osso del braccio. Su disposizione della Procura della repubblica di Bologna, le ossa rinvenute sono state trasportate in caserma. «Senza piastrina o effetti personali è impossibile dare un nome a quelle ossa» afferma il giovane appassionato di storia. I resti sono stati quindi trasportati nel cimitero militare germanico della Futa che si trova a Firenzuola. «L’ipotesi è che il soldato sia morto durante uno scontro con gli alleati, dilaniato da un ordigno – aggiunge Palombo -. I resti sono stati sparsi alle pendici del monte. Questo spiegherebbe il ritrovamento solo di alcune ossa della parte superiore del corpo e la profondità a cui sono state sepolte. Effettueremo comunque un’altra ricerca più dettagliata nella zona».
Non è il primo ritrovamento per Mattia Palombo nella vallata del Santerno (anche se il primo di resti umani): «Con il mio metal detector ho trovato un elmetto tedesco, delle medaglie di cui una appartenente a un paracadutista tedesco. Oggetti personali che per molti non significano niente ma per me sono la storia di queste persone e del nostro territorio». La passione di Palombo arriva da lontano («da quando i miei genitori mi hanno regalato un “cerca metalli” giocattolo») e non è improvvisata: «Prima c’è una fase di studio delle fonti: mappe che in parte si trovano su internet o che riusciamo a farci inviare chiamando i parenti dei reduci. Insomma non andiamo “a casaccio”».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionaleSviluppo Siti Web e loghi

Ti potrebbe interessare

Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionaleRealizzazione siti internet
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img

Leggi la prima pagina

IMOLA

LUGO