Campagnoli (al centro) con Felice Gimondi e Vittorio Adorni in autodromo. Isolapress

Imola e il mondo del ciclismo piangono Iriano Campagnoli, venuto a mancare nella notte del 15 marzo. Massaggiatore, amico e, spesso, confidente dei campioni nel periodo d’oro della Salvarani (la squadra mito del ciclismo a cavallo tra gli anni ’60 e ’70), Campagnoli si è preso cura di gambe e muscoli dei ciclisti per decenni.
A darne annuncio è il figlio Edore, che ricorda come il padre «da tanto tempo ormai non operava più ma il suo studio era ancora attrezzato per i massaggi. Tutti dicevano che aveva le mani d’oro. Per decenni è andato avanti a sistemare gli acciacchi di tutti, sportivi e non».
Nel mitico 1968 – l’anno dei trionfo di Vittorio Adorni sul circuito dei Tre Monti – Campagnoli era al servizio della Nazionale italiana. E così è stato per altre otto edizioni iridate. Oltre a 12 Giri d’Italia, 11 Tour de France, 8 Vuelta. Senza dimenticare le principali classiche monumento.

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