Dall'edizione facsimilare del'Inferno Imola-Parigi

A sette secoli dalla morte di Dante Alighieri, Imola celebra il Dantedì (25 marzo, data dedicata al sommo poeta) con un facsimile di un prezioso manoscritto conservato alla Bim e alla bibliothèque nationale de France a Parigi.
L’opera, realizzata dalla casa editrice Imago di Rimini, riproduce fedelmente il manoscritto e sarà presentata sabato 13 marzo alle ore 10.00 sulle pagine Facebook della Biblioteca comunale di Imola e del Comune, trasmessa in streaming. Alla consegna e  presentazione, dopo i saluti istituzionali, parteciperanno in collegamento anche autorevoli studiosi e rappresentanti delle istituzioni culturali italiane.
Ma non è tutto. In occasione di questo importante anniversario, anche l’Archivio Diocesano di Imola ha voluto omaggiare Dante. Lo ha fatto acquisendo, grazie ad una donazione filantropica, una copia del facsimile del famoso manoscritto miniato dell’Inferno.
Il facsimile dell’Archivio diventerà un valido strumento di studio ma anche l’occasione, per il grande pubblico, di ammirare opere di solito accessibili solo a una cerchia ristretta di studiosi.

All’argomento è dedicato uno speciale approfondimento sul numero del nostro settimanale in edicola. Alla presentazione dell’iniziativa e del manoscritto si affianca l’intervista a Fabrizio Lollini, professore di storia dell’arte medievale all’Università degli Studi di Bologna


Il manoscritto

Il manoscritto Parigi-Imola risale alla prima metà del ’400. Venne eseguito per il duca di Milano Filippo Maria Visconti ed è una delle copie medievali dell’Inferno di Dante più riccamente decorate. L’autore è il Maestro delle Vitae Imperatorum, un miniatore italiano di cui non si conosce il vero nome, ma a cui vengono fatte risalire diverse opere di grande pregio realizzate tra il 1430 e il 1450.
Il manoscritto Parigi-Imola era ornato originariamente con 115 miniature che riproducono alcuni passaggi della Commedia. Oggi ne restano 72, di cui 13 conservate a Imola. La sua presenza tra le collezioni della BIM si deve a Giuseppe Zaccheroni, esule imolese in Francia, che realizza l’edizione critica del testo contenuto nel codice, che poi pubblica nel 1838. Rientrato in Italia, Zaccheroni viene eletto deputato nel 1865 nel collegio di Imola. L’anno successivo Zaccheroni destina alla biblioteca della sua città una copia dell’edizione dell’Inferno da lui curata, che arricchisce inserendo tra le pagine stampate alcuni fogli manoscritti del codice in suo possesso. La restante parte del codice visconteo viene venduta nel 1887 dagli eredi di de Flotte alla bibliothèque nationale de France, dove è tuttora conservata.