Undici ettari di terreno coltivato sommerso dall’acqua: è il triste bilancio di Alessandro Elmi, agricoltore a Giardino in via Buonasera, dopo che il fiume Sillaro è esondato a seguito del passaggio della piena, rompendo un argine e allagando i campi.
«Ieri mattina (lunedì 13 maggio) i Carabinieri hanno suonato al campanello di casa alle 7.30 per avvertirmi che nella notte il Sillaro aveva rotto un argine dietro casa mia e in altri punti era franato e che i miei campi erano completamente allagati – afferma Elmi -. Non me ne ero ancora accorto, sarei uscito di lì a poco: lo spettacolo che mi si è parato davanti era allucinante. Oltre ai miei erano sommersi anche il terreno di un confinante e quello della Tre Spighe. Sono anni e anni che periodicamente segnalo alla Regione e al servizio di Protezione civile Area Reno Po di Volano che a valle della mia proprietà non viene effettuata nessuna pulizia degli argini».
Intanto Elmi fa i conti: a causa dell’esondazione il primo taglio dell’erba medica che coltiva è già perso, inoltre dovrà bonificare tutta l’area perché il fiume si è trascinato detriti, alberi e rami che ha distribuito nei campi. «Io pulisco regolarmente gli argini di mia competenza, ma altri non fanno il loro dovere. È una storia vecchia, che si ripete da molti anni e alla quale nessuno pone rimedio».
Nel frattempo la Regione Emilia-Romagna e la Protezione Civile sono al lavoro per far defluire l’acqua dai campi e impedire che le colture muoiano per asfissia. I tecnici stanno facendo funzionare cinque pompe idrovore nei punti in cui l’argine ha straripato. Una volta asciugato il terreno, verrà immediatamente aperto il cantiere per i lavori di ripristino dell’argine.
