Quindici sindaci firmano una mozione di sfiducia alla sindaca di Imola come presidente dell’assemblea.
Nella seduta dell’assemblea di venerdì scorso la sindaca Sangiorgi era assente, avendo delegato a rappresentarla l’assessore Claudio Frati. Tra i punti all’ordine del giorno non era presente la nomina del presidente e del consiglio di amministrazione.
Quindici sindaci del Conami hanno sottoscritto e depositato una mozione di sfiducia nei confronti della sindaca di Imola, nella sua qualità di presidente dell’assemblea, carica che secondo lo statuto del consorzio (art. 14, comma 3), spetta di diritto al Comune con la quota di partecipazione più elevata (cioè Imola), «salvo diversa determinazione dell’Assemblea».
I sindaci firmatari sono Giovanni Malpezzi (Faenza), Fabio Anconelli (Solarolo), Fausto Tinti (Castel San Pietro Terme), Daniele Bassi (Massa Lombarda), Onelio Rambaldi (Medicina), Paola Pula (Conselice), Daniele Meluzzi (Castel Bolognese), Alfonso Nicolardi (Riolo Terme), Davide Missiroli (Brisighella), Athos Ponti (Fontanelice), Stefano Golini (Mordano), Gisella Rivola (Casalfiumanese), Clorinda Mortero (Borgo Tossignano), Cristina Carpeggiani (Castel Guelfo), Alberto Baldazzi (Castel del Rio).
Sulla base di questo articolo chiedono la rimozione della sindaca Sangiorgi dalla carica di presidente, asserendo la sua indisponibilità ad un confronto costruttivo per giungere alla nomina del consiglio di amministrazione, la cui assenza secondo i firmatari impedisce l’adozione di atti gestionali importanti, «con conseguente grave danno economico patrimoniale per il consorzio e per i singoli enti», riservandosi inoltre «ogni determinazione in ordine a profili di responsabilità erariale e civile configurabile nelle condotte ad essa imputabili».
Si profila una degenerazione di rapporti istituzionali foriera di ulteriori ferite per il nostro tessuto sociale. Amministratori pubblici responsabili hanno il dovere di trovare soluzioni, non dissoluzioni.
Andrea Ferri