9, Luglio, 2025

Sognate in grande

Esiste un mondo in cui le persone non lasciano che le cose accadano. Le fanno accadere. Non dimenticano i propri sogni nel cassetto, li tengono stretti in pugno. Si gettano nella mischia, assaporano il rischio, lasciano la propria impronta. È un mondo in cui ogni nuovo giorno e ogni nuova sfida regalano l’opportunità di creare un futuro migliore. Chi abita in quel luogo, non vive mai lo stesso giorno due volte, perché sa che è sempre possibile migliorare qualcosa. Le persone, là, sentono di appartenere a quel mondo eccezionale almeno quanto esso appartiene loro. Lo portano in vita con il loro lavoro, lo modellano con il loro talento. V’imprimono, in modo indelebile, i propri valori. Forse non sarà un mondo perfetto e di sicuro non è facile. Nessuno sta seduto in disparte e il ritmo può essere frenetico, perché questa gente è appassionata, intensamente appassionata, a quello che fa. Chi sceglie di abitare là è perché crede che assumersi delle responsabilità dia un significato più profondo al proprio lavoro e alla propria vita”. Con la lettera che veniva inviata a tutti i neo assunti in FIAT-Chrysler (FCA) ho voluto iniziare questo ricordo per un grande manager ed imprenditore appena scomparso: Sergio Marchionne.
La sua morte ci ha lasciati sgomenti, tutto è accaduto troppo in fretta. Da quasi un anno aveva annunciato l’intenzione di ritirarsi dalla guida di FCA, per rimanere ‘solo’ amministratore delegato di FERRARI, e questa dichiarazione aveva di per sé qualcosa di strano. Francamente non riuscivamo a capire perché, dopo aver risanato due case automobilistiche praticamente fallite, averle integrate e rese profittevoli, avrebbe dovuto ritirarsi. Ma aveva scelto tanti anni fa chi volesse diventare e quale fosse la sua vera anima: quella di un Leader determinato e anticonformista, dedicato al lavoro fino all’ultima briciola di energia, sempre all’opera un giorno dopo l’altro per migliorare sé stesso e la sua organizzazione. Senza fermarsi, tra un continente all’altro, continuamente su aerei ed elicotteri, sacrificando vacanze, sabati e domeniche. Se guardiamo alla eredità che ci ha lasciato Sergio Marchionne rileviamo prima di tutto l’aver compreso che in ogni organizzazione le persone contano più dei processi. La seconda lezione è che qualunque convinzione si abbia, occorre sempre rimanere disponibili al cambiamento. Disponibili a cambiare sé stessi ed il proprio percorso di vita. La terza lezione è quella di mirare in alto e sognare in grande, come ha fatto quando convinse il Presidente Obama ad affidargli la ristrutturazione della casa automobilistica di Detroit. Ha gestito la sua malattia con estrema riservatezza e rigore. Perché l’uomo era così: duro con chi non era disposto a sposare i suoi valori ma anche semplice come i suoi maglioni neri tutti uguali. D’altronde se aveva scelto come sua prima laurea, fra le tante che aveva, quella in filosofia era anche per cercare di comprendere il fine ultimo della vita. Ed è per questo che un giorno concluse il suo intervento agli studenti della Luiss con le seguenti parole: “Alla fine, il nostro valore è in ciò che resterà quando non ci saremo più. Dipende da quello che lasceremo dietro di noi, dalle cose che saremo riusciti a cambiare per il meglio”.
Pietro Cassani (amministratore delegato Marchesini Group)

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