Giovani. Uno dei grandi temi di oggi. Tra chi li bistratta e chi prova a dargli fiducia c’è una persona che ha scommesso tutto su di loro: Jorge Mario Bergoglio. Infatti papa Francesco a ottobre aprirà il sinodo dei vescovi dal titolo “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. La Chiesa, a differenza di altre componenti che si riempiono la bocca di promesse rivolte ai giovani salvo poi disattenderle, ha a cuore la crescita e la maturazione personale di ciascun ragazzo. Proprio per questo il tema cardine è quello della vocazione. Una parola che forse oggi, tra i teenager, non è neanche conosciuta, o che comunque viene vista con sospetto e diffidenza; tante volte accostata superficialmente a chi celebra messa o vive in monastero.
“Io che ci sto a fare al mondo?”. E’ una domanda drammatica e decisiva, scomoda e profonda, da cui verrebbe quasi da scappare perché trascina con sé tutta una serie di conseguenze. Costringe ad un lavoro. Un lavoro sulla propria persona, sul proprio desiderio e sulla capacità di affrontare la vita seriamente.
Se la vocazione, quindi, non è semplicemente indossare un abito allora può interessare a chiunque. Anche a chi non ha la fede. Anche a un giovane, che magari non ha tutto chiaro.
I preparativi in vista di ottobre sono già cominciati. Sul territorio nazionale, così come a livello diocesano, le Pastorali giovanili stanno lavorando per arrivare preparate all’evento. Il Nuovo Diario Messaggero dedicherà una rubrica speciale al sinodo dei giovani, da oggi fino al grande appuntamento estivo: per la nostra diocesi è l’incontro con il papa a Roma nel weekend dell’11-12 agosto. Ci si arriverà attraverso un pellegrinaggio per l’ultimo tratto della via Francigena e nella due giorni capitolina si assisterà alla veglia con Bergoglio del sabato sera e alla messa in vaticano della domenica.
In questi mesi di distanza, una serie di interviste a tutte le realtà giovanili presenti in diocesi consentiranno ai lettori un vero e proprio cammino attraverso le esperienze di movimenti e associazioni.
Don Samuele Nannuzzi, responsabile dell’equipe Pastorale giovanile per la diocesi di Imola, scandisce questo tempo di pellegrinaggio: «”Non aspettatevi un miracolo ma un cammino” diceva un educatore. D’altronde la vita è così: si cresce passo dopo passo. I giovani oggi, condizionati anche dalla società veloce, desiderano tutto subito, ma il cuore deve scoprire piano piano il suo passo. E soprattutto scoprire che un altro glielo sta chiedendo. L’educazione cristiana vive di alti e bassi ma fa crescere un uomo un poco alla volta, fino a renderlo consapevole».
Alla scoperta della propria vocazione
