16, Luglio, 2025

Diario d’Africa

Viaggio tra Togo e Benin per conoscere le Ancelle del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante.

Enrico Gurioli, del Centro missionario diocesano, ha viaggiato più volte in Africa per conoscere le Ancelle del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante. Ha potuto visitare le strutture, osservare la loro fede e il loro amore diventare opere concrete a sostegno della popolazione. Nel suo racconto emerge tutta l’opera di carità che viene svolta dalle “Ancelle d’Africa”.

Il mio primo arrivo è a Lomè, in Togo. Appena sbrigate le pratiche in aeroporto, la prima accoglienza è il sorriso di suor Martine, la madre superiora ad Agoè, un quartiere poverissimo di Lomè dove le Ancelle hanno la loro casa con la scuola per l’infanzia Jardin d’Enfants Ouvre de la Providence. Qui accolgono e crescono le giovani ragazze che intendono avvicinarsi al Signore e diventare suore. Ad Agoè la comunità è composta, attualmente, da 13 persone: 6 Ancelle, 4 novizie e 3 postulanti; la scuola è formata da quattro classi con 120/130 bambini.
Le suore e le ragazze ti accolgono con il cuore in mano, facendoti sentire a casa tua. Noi proviamo a ricambiarle con uguali sorrisi, cortesia e affetto. Le Ancelle, sono fondamentali anche per le opere in parrocchia, dedicata a Sant’Ignazio di Loyola: nel catechismo, nella segreteria e nella cura della sagrestia e delle funzioni religiose.
Fra le sei Ancelle, tutte brave e accoglienti, ti entra con forza nel cuore suor Fidel, una maestra travolgente nelle sue attività e nell’affetto che subito ti trasmette; dovreste vederla in tuta da ginnastica mentre guida i bambini durante le lezioni! Ad Agoè abbiamo conosciuto anche suor Fideline, una giovane Ancella che è ora all’ospedale di Afagnan e studia per diventare infermiera. Completerà i corsi fra un anno – e per il momento il profitto è ottimo -; la sua laurea in infermieristica le permetterebbe di svolgere la professione anche in Europa, ma lei ha promesso che dedicherà le sue capacità ai poveri delle sue terre.
Quando da Agoè partiamo in direzione Benin, facciamo sempre tappa ad Atakpamè, una cittadina del Togo centrale, dove le nostre Ancelle gestiscono due strutture molto importanti per la zona.
La prima ospita una scuola superiore, con 11 classi per circa 515 alunni, 12 classi di scuola elementare, per circa 610 bambini, e una scuola materna, che al momento accoglie 176 bambini. Ad aprile dello scorso anno abbiamo visitato le classi e poi, durante l’intervallo, siamo stati travolti dalla gioia contagiosa di tutti i ragazzini e le loro maestre che ci avvicinavamo con entusiasmo. Qui, alle scuole di Atakpamé, le Ancelle sono 10 e, fra le altre, abbiamo conosciuto suor Severine che è l’Ancella che tiene i contatti con la casa madre e che spesso trovo anche a Lugo, un po’ il punto di riferimento nei miei viaggi.
Poco distante abbiamo poi visitato “Il Villaggio della Gioia”, un orfanotrofio che accoglie una novantina di bambini: è un luogo che ti rimane nel cuore fin dal primo momento che ne varchi la porta. Qui abbiamo conosciuto suor Elisabetta Scaglioni, fra le Ancelle d’Africa l’unica italiana, originaria di Mantova ma da sempre in Togo. Suor Elisabetta è come la mamma di tutti questi bambini, e non posso descrivervela perché gli aggettivi che conosco non le rendono giustizia, è una di quelle persone che ti fanno capire la grandezza del Signore e già valgono da sole, per noi pellegrini, un viaggio in Africa. Al “Villaggio della Gioia” suor Elisabetta è con due consorelle, e l’estate scorsa hanno accolto gli scout dell’Imola 4.
Infine, a 14 ore di pulmino dalla nostra partenza da Agoè, e dopo aver passato la frontiera fra Togo e Benin, eccoci finalmente a Wèwè al dispensario delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, quella che è la nostra meta, la nostra “missione”. Questo è il luogo in cui ho conosciuto suor Jaqueline e suor Natalie, due splendide Ancelle-infermiere, due ostetriche che, dice Antonio Pezzi, sono molto brave, conoscono bene le malattie del posto e le sanno curare, due veri “angeli custodi” per queste popolazioni di villaggi lontani dalle città, ai limiti della foresta. Per dare un dato, annualmente al dispensario nascono circa 300 bambini; anche a noi è capitato di assistere a dei parti quasi tutti i giorni, a tutte le ore, con le Ancelle sempre pronte e disponibili. Qui la gente dei villaggi e quella della foresta trovano medicine e assistenza; l’ospedale più vicino è a circa 2 ore di macchina, o, per loro, di moto. Una mattina alla porta del dispensario è arrivata una ragazza molto giovane in procinto di partorire, strisciava a terra per il dolore. Suor Jaqueline, che stava visitando un’altra signora, in modo risoluto, vedendola, l’ha subito soccorsa e accompagnata nella sala parto; dopo poco il bambino è nato.
In questo momento suor Natalie è in Togo, a imparare a usare strumenti di laboratorio per poter fare esami del sangue e, dunque, prevenzione; suor Jaqueline è stata affiancata da una consorella del Togo e da una novizia.
Raccontando di Wèwè non posso infine non ricordare anche padre Aubin, il giovane parroco, sempre al fianco e a disposizione delle nostre Ancelle.
Questo è un breve viaggio fra le Ancelle d’Africa. A volte, parlando con le persone, si ascoltano frasi del tipo: «Sono decenni che la Chiesa opera in Africa, ma la povertà non è stata abbattuta, non si vedono progressi, la gente continua a scappare, è meglio lasciare perdere!». Sicuramente è vero: la povertà, le malattie e la fame sono ancora molto diffuse, ma è altresì vero che tanto lavoro è stato fatto, tanto bene è stato trasmesso. L’opera delle nostre suore ne è la dimostrazione: dove non arriva la scuola pubblica troviamo le scuole cattoliche, dove i bimbi vengono abbandonati troviamo tante suor Elisabetta, dove la sanità non esiste ci sono i dispensari cattolici.
Andando in Africa ho visto con i miei occhi che tantissimo è stato fatto e sono tornato a casa con una convinzione: se non ci fosse la Chiesa il mondo sarebbe molto più povero e i poveri sarebbero abbandonati a loro stessi. Spero di essere riuscito a farvi conoscere un po’ quel che fanno le nostre Ancelle del Sacro Cuore in Africa. Si tratta del mio viaggio, sono le case che conosco, sono le mie suore e, vi assicuro, quando scendete dall’aereo e le incontrate vi innamorate, ed è l’amore di Cristo e di Maria. Non vedo l’ora di ripartire, ma sarà solo ad ottobre. Ma tanto, so che prima o poi arriva!

Enrico Gurioli

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