Tutti gli incontri saranno nella chiesa di San Pio (via Gradizza, Imola) con ingresso gratuito a partire dalle 20.45. L’imprenditore Sergio Monsorno racconterà la sua storia martedì 20 febbraio.
L’appuntamento dei quaresimali della parrocchia di san Francesco sono oramai una tradizione che permette di incontrare testimoni, persone anche popolari che raccontano di sé. Nel nostro tempo, nel vivere quotidiano, l’uomo di fede è chiamato a riconoscere nella propria vita e a testimoniare nelle circostanze e nella realtà che incontra, la verità dell’avvenimento di Cristo. Eppure la tentazione è di ridurre la nostra presenza, di non considerare la possibilità che l’ordinario sia degno di testimonianza. Non è un problema di età ma di consapevolezza. Mi ha incuriosito leggere una lettera, rintracciabile su Internet, di un manager dal ruolo importante nel gruppo Esselunga che ringraziava il dottor Caprotti per essere stato messo in condizione di esprime una passione creativa e, scriveva: «I nostri figli sanno meglio di noi quanto sia importante (non solo sul lavoro) incontrare “chi crede in te”». Approfondendo la cosa ho poi scoperto che questa persona da anni svolge una attività di caritativa presso l’Associazione centro sviluppo occupazione (Cso) in particolare orientata ai cosiddetti seniority, le persone di 40-50 anni che perdono il lavoro e che si devono ricollocare; una situazione molto frequente nell’ultimo decennio. Solo chi ha fatto l’esperienza della gratuità, di essere stato guardato, può essere nella posizione gratuita di guardare l’altro con quella novità che permette alle persone di ripartire. Questa possibilità non nasce da chissà quali avvenimenti ma all’interno di rapporti di amicizia, di una compagnia. Sergio Monsorno oggi è Ceo di una giovane realtà imprenditoriale all’interno di GI Group, multinazionale del lavoro. Laureato alla Bocconi di Milano conosce molto bene il mondo della grande distribuzione organizzata e ne ha fatto un business, ha cinque figli ed è nel Direttivo del Cso. Il 20 febbraio a san Pio un incontro per capire come da uno sguardo di amicizia si può ripartire.
Alessandro Seravalli
