Non sarebbe saggio chi sottovalutasse l’importanza dei mass media per l’evangelizzazione e per la pastorale corrente. Sostenere il quotidiano ed il settimanale cattolico non è meno importante che per il passato. Semmai, si tratta di integrarli con gli altri mass media e dare prova di rispetto per chi fa più fatica ad aggiornarsi. Il card. Gualtiero Bassetti, presidente della CEI, ha detto recentemente: «Chi scrive sui settimanali diocesani, chi parla alla radio locale, chi alimenta il sito internet del quotidiano davvero è “giornalista di prossimità”, che vive il territorio, che conosce la realtà che descrive, che è in relazione con le persone cui si riferisce. In tal senso, il mandato di carità dei media territoriali è proprio quello di raccontare dal di dentro le periferie, esistenziali e fisiche e, lavorando in sinergia con i media nazionali (Sir, Avvenire, Tv2000, Radio Inblu), far conoscere ciò che di bello accade anche oltre il confine della provincia. Allo stesso tempo, agire sul territorio, fare informazione ma anche formazione, coltivare il senso della comunità, l’appartenenza ecclesiale, attraverso una passione per il lavoro che si nutra di verità e di rispetto per l’uomo, perché non vi è racconto che non passi attraverso il rispetto della dignità umana…». Non si pensi che internet e gli smartphone siano destinati a sostituire la stampa quotidiana e periodica, cioè giornali e riviste. Se i quotidiani (e i settimanali) vendono un minor numero di copie, non significa che sono strumenti di comunicazione ormai obsoleti, ma che questa si arricchisce, avvalendosi di strumenti complementari e più specializzati. Perciò il sostegno alla stampa cattolica non può venir meno; conviene piuttosto fare uno sforzo di aggiornamento e abituarsi ad utilizzare più di uno strumento. Il problema del loro costo è da tenere presente; ma, se ci si aiuta per trovare un criterio comune, i “media” non diventeranno troppo costosi, e non saranno alla portata solo delle persone facoltose. È chiesto un atteggiamento sempre più responsabile e costruttivo anche da parte del comune lettore o fruitore, evitando atteggiamenti di passività, che sfocia nella rassegnazione. I mass media sono strumenti potenti: fanno del bene o del male a seconda di come vengono usati, ma in sé stessi non sono cattivi, perché ampliano le possibilità di relazione e quindi di unità degli uomini.
Monsignor Tommaso Ghirelli, vescovo di Imola